I tumori cerebrali sono patologie severe, purtroppo ancora letali, che interessano ogni anno una media di circa 28 individui ogni 100.000 (e solo in Italia i pazienti affetti da tumori del sistema nervoso centrale solo 6.000 all’anno).
In Humanitas la Ricerca sulle nuove tecnologie non si ferma, grazie al lavoro condiviso di ricercatori e neuroradiologi, con l’obiettivo di raggiungere sempre nuove soluzioni per migliorare il percorso clinico e l’outcome dei pazienti affetti da queste patologie.
Questo è anche l’obiettivo di uno studio uscito su Scientific Reports a ottobre 2020 e condotto da un team di ricercatori e specialisti di Humanitas per validare nuove tecniche di risonanza magnetica al fine di identificare le principali vie di diffusione del tumore, al di là dei limiti macroscopici che normalmente vengono identificati dalla risonanza.
Ne parliamo con il professor Letterio Politi, Responsabile dell’Unità di Neuroradiologia diagnostica, interventistica e funzionale in Humanitas.
Il valore dello studio
“L’asportazione totale del tumore cerebrale in questo momento è l’opzione terapeutica migliore perché garantisce una possibilità di sopravvivenza più alta rispetto ai farmaci disponibili, compresi quelli di ultima generazione. Tuttavia, i tumori cerebrali, in particolar modo quelli più severi, spesso si estendendo oltre i margini della lesione mostrati dalle tecniche convenzionali di risonanza magnetica. Con questo studio traslazionale in laboratorio, possiamo validare nuove tecniche per individuare con più precisione l’estensione del tumore, e quindi fornire al neurochirurgico un’importante informazione affinché possa effettuare un intervento che possa essere il più radicale possibile. L’obiettivo dello studio, dunque, è trovare un metodo idoneo a identificare quella che è l’effettiva diffusione del tumore, oltre a ciò che già ci è possibile vedere con le sequenze normali di risonanza magnetica”, spiega lo specialista.
“Il prossimo passaggio, nei mesi a venire, prevederà di testare queste nuove tecniche di risonanza durante interventi chirurgici su pazienti scelti, valutando la diffusione tumorale in aree che dalle sequenze tradizionali risultano normali. Le nuove tecniche di risonanza magnetica ci consentiranno di identificare le alterazioni microstrutturali, identificare le vie di diffusione dell’area tumorale e aiutare il neurochirurgo a ottenere un’asportazione del tumore più completa possibile”, conclude il professor Politi.
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