Tra fine agosto e metà settembre si sono tenuti, in modalità virtuale, tre importanti meeting internazionali dedicati all’oncologia (27-29 agosto The Digital International Liver Congress, organizzato da EASL – The European Association for the Study of the Liver; 11-13 settembre Congresso ILCA – International Liver Cancer Association; 19-21 settembre Congresso ESMO – European Society for Medical Oncology), che hanno visto il contributo della professoressa Lorenza Rimassa, Vice Responsabile di Oncologia Medica di Humanitas e docente di Humanitas University, che è intervenuta in particolare su epatocarcinoma e colangiocarcinoma, i due tumori primitivi del fegato più frequenti.
L’epatocarcinoma è il tumore del fegato più comune e origina negli epatociti, le cellule principali del fegato. Il colangiocarcinoma si colloca al secondo posto per frequenza nell’ambito dei tumori epatici ed è particolarmente insidioso. Si sviluppa nei colangiociti (i dotti biliari tra il fegato e l’intestino) per poi andare a intaccare l’organo al suo interno (colangiocarcinoma intraepatico) o al suo esterno (colangiocarcinoma extraepatico o distale).
Questa combinazione di farmaci – approvata negli Stati Uniti e in attesa di approvazione in Europa – sarà dunque il nuovo standard terapeutico nella cura dell’epatocarcinoma non suscettibile di trattamenti locoregionali. In Humanitas tale combinazione è già disponibile per i pazienti nell’ambito di uno studio di fase IIIB volto a valutare ulteriormente gli aspetti di tollerabilità del trattamento.
Continua la Ricerca sui marcatori
“Vi sono inoltre diversi protocolli di studio su altre combinazioni di farmaci e continua il lavoro sull’identificazione di marcatori che possano aiutare a rendere le terapie sempre più personalizzate: l’obiettivo è arrivare a comprendere quali farmaci proporre ai diversi pazienti.
Le opzioni di trattamento dell’epatocarcinoma avanzato si stanno ampliando e nella scelta occorre – e sarà sempre più necessario – tenere conto di elementi quali le caratteristiche del paziente, il tipo di farmaco, l’efficacia e la sicurezza/tollerabilità”, precisa la professoressa Rimassa.
Colangiocarcinoma, fondamentali i Centri di riferimento e un approccio multidisciplinare
“Il colangiocarcinoma è meno frequente dell’epatocarcinoma e la diagnosi è in genere tardiva: nel 60-70% dei casi viene individuato in fase avanzata, quando le possibilità di trattamento e la risposta alle terapie sono ridotte.
È dunque fondamentale che i pazienti siano seguiti presso i Centri di riferimento e che l’approccio sia multidisciplinare: il colangiocarcinoma infatti è una patologia complessa, le cui forme differiscono le une dalle altre, e che necessita della collaborazione di diversi specialisti, quali oncologi, radiologi, radiologi interventisti, epatologi, chirurghi. In Humanitas offriamo ai nostri pazienti un team multidisciplinare in grado di gestire il paziente in maniera organica e completa”, sottolinea la professoressa Rimassa.
Colangiocarcinoma: passi avanti sui target molecolari
“Vi sono alcuni geni alterati che ricorrono nei pazienti con colangiocarcinoma, la Ricerca si sta concentrando in particolare sulle mutazioni di IDH1 (Isocitrate Dehydrogenase 1) e sulle traslocazioni di FGFR2 (Fibroblast Growth Factor Receptor 2) e alcuni farmaci stanno dando risposte positive in studi di fase II e III.
Alcuni di questi studi vedono il coinvolgimento di Humanitas e registriamo importanti passi avanti verso l’individuazione di biomarcatori per la diagnosi e il trattamento del colangiocarcinoma”.
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