Nei mesi dell’emergenza COVID-19, gli specialisti dell’Unità Operativa di Urologia, guidata dal professor Giorgio Guazzoni, hanno portato avanti l’attività clinica e assistenziale, contribuendo sia alla gestione dei pazienti con infezione da nuovo coronavirus, sia garantendo continuità assistenziale e chirurgica ai pazienti con patologie tumorali complesse.
L’Unità Operativa è stata riconosciuta dalle autorità sanitarie regionali come hub chirurgico oncologico di riferimento e ha così accolto anche pazienti oncologici con quadri clinici complessi provenienti da altri Ospedali, sottoponendoli a intervento chirurgico in collaborazione con le équipe urologiche delle strutture di provenienza.
I temi al centro della Ricerca
La stretta collaborazione con Humanitas University ha poi permesso di portare a termine diversi lavori scientifici e di sottometterli alle principali riviste urologiche internazionali.
Pazienti con COVID-19 e terapie antiandrogeniche
Un primo studio di popolazione è stato condotto sui malati con COVID-19 esposti a terapie antiandrogeniche per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna, che sembrerebbero avere un ruolo protettivo sulla comparsa della malattia.
Mutazione genetica e rischio di tumore alla prostata
È stato poi finalizzato un progetto AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) mirato a sviluppare un programma di screening per i pazienti di sesso maschile portatori di una mutazione genetica che aumenta significativamente il loro rischio di tumore alla prostata in età giovanile.
Tumori alla prostata, ai reni e alla vescica
Sono stati inoltre intercettati i temi che maggiormente interessano la letteratura urologica attuale e condivisi con la comunità scientifica tramite pubblicazioni. Fra gli studi più significativi si possono citare quelli relativi alla diagnosi precoce del carcinoma prostatico con utilizzo di nuove sonde ecografiche, l’affinamento di nuove tecniche di chirurgia robotica per il trattamento conservativo delle neoplasie renali, la ricerca nell’ambito della stadiazione della patologia neoplastica vescicale, nuove terapie per la neoplasia vescicale, l’utilizzo di nuovi trattamenti mininvasivi della calcolosi urinaria e dell’ipertrofia prostatica.
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2.3 milioni visite
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+56.000 pazienti PS
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+3.000 dipendenti
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45.000 pazienti ricoverati
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800 medici