In un momento di incertezza come questo, dovuto alla pandemia da COVID-19, in cui le informazioni circolano liberamente senza che ci sia un controllo opportuno della loro veridicità, è ulteriormente importante prestare attenzione a ciò che si legge, e magari si condivide, sui social.
Una delle notizie è che assumendo vitamina C non solo si possa curare il COVID-19, ma addirittura se ne possa prevenire il contagio.
Ma è così? Ne parliamo con il dottor Michele Lagioia, Direttore medico sanitario di Humanitas.
La vitamina C non cura e non previene il contagio da Coronavirus
La vitamina C (acido ascorbico) è una vitamina idrosolubile che il nostro organismo non riesce ad accumulare e conservare, e che dunque deve essere assunta con l’alimentazione. È coinvolta in diverse reazioni metaboliche e nella biosintesi di amminoacidi, ormoni e collagene ed è nota per il suo effetto antiossidante.
La vitamina C contribuisce anche alla prevenzione dell’insorgenza di tumori, rafforzando il nostro sistema immunitario e ostacolando la sintesi delle sostanze cancerogene, in particolare nello stomaco. Il suo aiuto è indispensabile anche nel contrasto dei radicali liberi.
La sua importanza non è quindi in discussione, tuttavia il suo ruolo nella guarigione dal Coronavirus è una notizia priva di fondamento.
La vitamina C non fa male, a meno che non se ne abusi: il rischio di fake news come questa è che le persone assumano troppa vitamina C, rischiando l’ipervitaminosi e conseguenti disturbi ai reni, allo stomaco e all’apparato digerente in generale.
Inoltre è bene ricordare che la vitamina C non ha alcuna proprietà terapeutica nella cura dei sintomi influenzali e pertanto non può essere di alcun aiuto nella prevenzione o nel trattamento di un raffreddore; al massimo potrebbe abbreviare l’episodio influenzale, ma bisogna stare attenti a non abusarne.
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