Dalle statistiche risulta soffrire di psoriasi il 3% della popolazione italiana, parliamo di più di un milione e mezzo di persone. La maggior parte di questi pazienti, fortunatamente, soffre di forme lievi di psoriasi, ma tra questi un 20-30% è interessato da forme più severe. La malattia si manifesta principalmente con delle placche rosse sormontate da squame biancastre, che possono comparire ovunque sulla superficie cutanea. Talvolta, però, nelle forme più gravi, la psoriasi si associa anche ad altre malattie, come l’artrite o le patologie cardiovascolari.
Approfondisce l’argomento in un’intervista a Radio Number One il professor Antonio Costanzo, Responsabile dell’Unità di Dermatologia di Humanitas e docente di Humanitas University.
Psoriasi e vissuto interiore
“Le malattie della pelle, come la psoriasi, hanno una correlazione con il nostro vissuto interiore. Il nostro cervello, infatti, spesso attiva delle reazioni sulla pelle. È molto frequente che, in caso di psoriasi, il paziente riporti l’associazione tra un evento particolare, stressante, e la comparsa della malattia”, precisa il professor Costanzo.
Psoriasi e alimentazione: quali correlazioni?
“Non vi sono legami particolarmente stretti tra la psoriasi e l’alimentazione del paziente. Sicuramente se un paziente soffre di sovrappeso, una dieta che lo riporti al suo naturale peso forma può aiutare a migliorare l’efficacia delle terapie per la psoriasi. Anche integrare la propria alimentazione con alimenti contenenti omega 3 e omega 6, che sono acidi grassi antinfiammatori può comportare un miglioramento, ma poco influente nel complesso”, continua il professore.
Le cure per la psoriasi
“Oggi abbiamo una conoscenza migliore dei meccanismi immunologici che scatenano la malattia e quindi le terapie a disposizione sono molto mirate. Tra le terapie di ultima generazione sono particolarmente rilevanti quelle a base di anticorpi monoclonali, capaci di bloccare singoli fattori infiammatori importantissimi per la psoriasi ma non per il resto del sistema immunitario.
I pazienti, ad oggi, possono oggi accedere a cure mirate in grado di migliorare la condizione della loro pelle anche per lungo tempo”, sottolinea lo specialista.
“In ogni caso la psoriasi è una malattia che prevede una predisposizione genetica, e questo non è un aspetto che si possa eliminare. Ciò che è possibile, attraverso le terapie, è alterare la storia della malattia eliminando l’infiammazione con benefici a lungo termine per il paziente.
Anche l’esposizione alla luce solare generalmente migliora la psoriasi, per via della sua azione di immunosoppressore cutaneo che va a ridurre l’infiammazione. Nella maggior parte dei casi, infatti, i pazienti interessati da psoriasi riscontrano un miglioramento in estate, sia per via di una maggiore esposizione al sole sia perché le vacanze estive contribuiscono a favorire un buono stato psicofisico dell’individuo”, conclude il professor Costanzo.
L’articolo è tratto da un’intervista del professor Antonio Costanzo a Radio Number One. Per riascoltare l’intervista, clicca qui.
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