Si è svolta a Barcellona, dal 7 al 10 settembre, la Conferenza Mondiale sul tumore al polmone organizzata dall’Associazione Internazionale per lo studio del tumore al polmone (IASLC), una delle più prestigiose Associazioni che si occupano di tumore polmonare.
In occasione della Conferenza sono stati anche premiati alcuni specialisti selezionati dalla IASLC per il loro contributo allo studio del tumore al polmone in diversi ambiti. Due i premi dedicati alla Chirurgia, uno dei quali – il Robert J. Ginsburg Lectureship Award for Surgery – è stato assegnato alla dottoressa Giulia Veronesi, Responsabile della sezione di Chirurgia robotica in Humanitas, per il suo contributo nell’ambito della chirurgia toracica.
Nel corso della Conferenza, la dottoressa Veronesi è stata invitata a tenere una lettura dedicata al futuro della Ricerca nella chirurgia toracica in stadio iniziale.
La centralità dello screening e della diagnosi precoce
Come ci spiega la dottoressa Giulia Veronesi: “La Conferenza quest’anno era incentrata in particolare sulla diagnosi precoce del tumore al polmone e sul ruolo dell’immunoterapia. Nella mia presentazione ho sottolineato, grazie anche al supporto dei dati ottenuti dal nostro lavoro in Humanitas, quanto sia fondamentale lo screening del tumore polmonare. Si tratta infatti di uno strumento molto efficace che ci consente di identificare i tumori quando sono ancora allo stadio iniziale, così da intervenire precocemente e ridurre la mortalità”.
Dai dati del Rapporto “I numeri del cancro in Italia 2018” dell’AIRTUM (Associazione Italiana Registro Tumori) e dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia medica) emerge che il tumore al polmone è ancora la prima causa di morte per tumore in Italia e “Lo screening consentirebbe di ridurre la mortalità di almeno un terzo. Stiamo però ancora aspettando che sia riconosciuto e organizzato a livello istituzionale, con una copertura del Sistema Sanitario Nazionale per i soggetti considerati ad alto rischio, ovvero i forti fumatori di lunga data”, sottolinea la dottoressa Veronesi.
“Lo screening viene talvolta criticato per il rischio potenziale di esami invasivi per la diagnosi di noduli dubbi o sospetti che poi risultano essere benigni. Abbiamo potuto mostrare come all’interno del nostro programma di prevenzione SMAC non abbiamo effettuato alcun intervento per noduli benigni. Essere molto selettivi infatti consente di ridurre le procedure invasive nei soggetti sani e questo si ottiene grazie a un moderno protocollo standardizzato di diagnosi dei noduli polmonari, all’approccio multidisciplinare con discussione del singolo caso e l’uso di programmi sofisticati radiologici”, continua la specialista.
L’innovazione tecnologica e l’Intelligenza Artificiale
“Molti pazienti con tumore al polmone individuato grazie allo screening vengono oggi sottoposti a segmentectomia robotica, ovvero all’asportazione di un solo segmento polmonare invece del lobo intero con risparmio di buona parte del polmone sano senza ridurre la radicalità. Inoltre oggi, fino all’85% dei pazienti chirurgici dello screening può essere sottoposto a resezione con approccio mininvasivo robotico che non prevede apertura del torace, che richiede solo tre giorni di degenza in media e che presenta basse complicanze. La chirurgia toracica è sempre più sofistica e ha compiuto grandi progressi, puntando sempre di più al risparmio del tessuto sano polmonare e la segmentectomia ne è un esempio.
In futuro la chirurgia robotica potrebbe avvalersi dello sviluppo di programmi di Intelligenza Artificiale, capaci di offrire un contributo anche cognitivo al chirurgo grazie a suggerimenti proattivi durante l’intervento da una sorta di navigatore”, spiega la dottoressa Veronesi.
Le donne in Chirurgia: il messaggio della dottoressa Veronesi
“Questo prestigioso premio è stato per me anche l’occasione di lanciare un messaggio dedicato alle donne. Le donne chirurgo infatti devono affrontare diversi ostacoli nella loro professione e nella loro carriera; ostacoli di tipo culturale con i pregiudizi nei loro confronti che ancora sopravvivono rispetto ai colleghi uomini; ostacoli nella possibilità di training e ostacoli in termini di stili di vita, legati per esempio a un’eventuale maternità. Si pensi che nell’ambito della chirurgia toracica quasi il 50% degli specializzandi sono donne, ma solo il 10% fa poi parte di uno staff di chirurgia toracica.
A questo proposito, ho citato uno studio1 che valuta le complicanze post operatorie in pazienti operati da chirurghi uomini e chirurghi donne. Ne è emerso che i pazienti operati dalle donne avevano un tasso minore di complicanze. Si ipotizza che questo sia correlato al fatto che le donne chirurgo arrivino ad appartenere a un’équipe chirurgica dopo una selezione dovuta alle difficolta citate prima e che emergano pertanto solo quelle con maggiore determinazione e motivazione”, ha concluso la dottoressa Giulia Veronesi.
Il programma SMAC di Humanitas
Il fumo rappresenta la causa principale di tumore al polmone ed è dunque bene ricordare che smettere di fumare, anche dopo molti anni di vizio, riduce il rischio in maniera significativa. I fumatori inoltre si devono sottoporre a esami di prevenzione. Per questo in Humanitas è stato attivato il programma di screening SMAC (Smoker Health Multiple Action) messo a punto proprio dalla dottoressa Veronesi, per la prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie cardiovascolari e polmonari causate dal fumo.
Lo studio ha arruolato 1.100 fumatori o ex fumatori di età superiore ai 50 anni. I partecipanti sono stati sottoposti ad alcuni esami (prelievo di sangue, spirometria, TAC a basso dosaggio) e a un colloquio con gli esperti del Centro antifumo di Humanitas. Grazie alla TAC è stato riscontrato un tumore polmonare in 27 pazienti di cui 20 operati. Inoltre a tutti è stata eseguita una valutazione del rischio cardiovascolare tramite la calcificazione delle coronarie. Alla luce degli esami, al paziente vengono fornite indicazioni personalizzate che possono riguardare lo stile di vita, terapie farmacologiche o ulteriori accertamenti.
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BMJ 2017. Wallis CJD, Ravi B, Coburn N, et al. Comparison of postoperative outcomes among patients treated by male and female surgeons: a population based matched cohort study.
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