Il 26 maggio ha preso il via la Settimana Mondiale della Tiroide, dedicata all’informazione e alla prevenzione dei cittadini di tutto il mondo. Anche Humanitas partecipa e aderisce a questi sette giorni con iniziative di prevenzione, sensibilizzazione e consulti gratuiti. E poiché gran parte dell’informazione oggi passa dal web e dai social network, abbiamo parlato di tiroide e delle sue patologie con il prof. Andrea Lania, responsabile di Endocrinologia in Humanitas e docente di Humanitas University.
Ecco alcuni dei consigli degli specialisti e alcune delle domande del pubblico ‘social’.
Come mantenere in salute la tiroide
La tiroide è una ghiandola collocata tra laringe e trachea, alla base della porzione anteriore del collo. Sotto il costante controllo dell’ipofisi, il ruolo della tiroide è quello di produrre e secernere gli ormoni tiroidei, necessari per la crescita e lo sviluppo dell’organismo.
Mantenerla in salute “non è difficile – spiega il prof. Lania -: per funzionare al meglio ha bisogno di un elemento che nel nostro paese purtroppo non è così diffuso e che peraltro troviamo solo negli alimenti, cioè lo iodio. Non c’è una quantità specifica giornaliera ma basta utilizzarlo quotidianamente”.
Lo iodio si trova solo nel sale addizionato, non in quello marino, né in quello rosa dell’Himalaya, né in quello nero. Un altro alimento che contiene quantità di iodio apprezzabile è il pesce di mare.
Fino a 40 anni fa, il consumo e utilizzo di sale iodato era scarsissimo, hanno raccontato gli specialisti, ricordando come grazie agli “esperti di endocrinologia di Pisa, che cominciarono una grossa campagna di informazione per far arrivare anche in Italia come in altri paesi del Nord Europa, il sale addizionato allo iodio arrivò anche nei supermercati e nella grande distribuzione”. Dopo questa battaglia è stata approvata anche una legge che prevede non solo che i negozianti espongano il sale iodato, ma anche che sia utilizzato nelle mense, nelle caserme, nei ristoranti, negli alberghi etc. Grazie a questo negli ultimi venti anni l’assorbimento e uso di iodio è aumentato dal 20% a quasi l’80% della popolazione”.
E lo stile di vita, quanto conta per il buon funzionamento della tiroide? È importante in quasi tutte le patologie, ma non in questo caso: “la tiroide, che serve a regolare il metabolismo, lo fa indipendentemente dagli stili di vita che abbiamo. L’unica cosa da consumare con costanza è il sale addizionato”, hanno chiarito gli specialisti.
Campanelli di allarme: sintomi difficili da riconoscere
Per le patologie e i disturbi della tiroide non esistono dei veri campanelli di allarme. Purtroppo “non è facilissimo riconoscere i sintomi legati al malfunzionamento della tiroide – ha spiegato il prof. Laina – perché spesso sono aspecifici. Piuttosto è la combinazione di più sintomi che portano il medico di base e il paziente a rivolgersi ad uno specialista ed endocrinologo”.
Quanto conta la predisposizione genetica?
Alcune malattia autoimmuni della tiroide hanno certamente una predisposizione genetica, che non va però confusa con l’ereditarietà, precisano gli specialisti: avere una predisposizione genetica significa, ad esempio, che il disturbo potrebbe tramandarsi in famiglia ma saltando alcune generazioni.
Le principali patologie
I disturbi e le patologie della tiroide si possono raggruppare in tre grandi categorie: il gozzo, con o senza la presenza di noduli, che nella maggior parte dei casi sono benigni; le malattie autoimmuni della tiroide come la “tiroidite di Hashimoto” ; i noti ipertiroidismo e ipotiroidismo, con le rispettive eccessiva o scarsa produzione degli ormoni tiroidei, e infine i tumori della tiroide.
Le diagnosi in Humanitas
In Humanitas è possibile eseguire esami semplici con cui controllare lo stato di salute della ghiandola: si tratta dell’ecografia, che è l’esame “più specifico e ricco di informazioni per lo studio morfologico della tiroide”, ha spiegato ancora Lania. “Per avere altre informazioni si esegue poi il prelievo del sangue ed eventualmente, se necessaria anche l’agoaspirazione, un esame citologico (delle cellule)”.
Alcune delle domande in diretta
Chi soffre di tiroide di Hashimoto ed entra in menopausa può aumentare di peso?
L’aumento di peso si verifica solo se la tiroide diventa ipotiroidea, oppure se con un ipotiroidismo già diagnosticato si assume una quantità non adeguata di farmaci. Di per sé la tiroide di Hashimoto non porta ad aumento di peso.
Non avere la tiroide comporta rischi in caso di gravidanza?
No, nessuno. Le donne che non hanno più la tiroide staranno certamente portando avanti una terapia sostitutiva. La normalizzazione della terapia fa condurre a queste donne un gravidanza tranquilla. Poiché però in gravidanza cambia il fabbisogno ormonale, potrebbero essere necessari aggiustamenti della terapia da parte dello specialista. Serviranno inoltre controlli più frequenti.
Quale terapia è la migliore per un nodulo tossico?
Il nodulo tossico è una patologia molto rara da cui purtroppo non si guarisce e che va trattato con terapia una definitiva, ovvero l’asportazione del nodulo o in alternativa una terapia a base di iodio radioattivo che entra nel nodulo e lo distrugge.
Quando diventa necessario operare un nodulo?
Ogni caso va valutato dallo specialista; non c’è una misura oltre la quale diventa necessario operare e asportare il nodulo. Diventa necessario operare se e quando questa formazione impatta sulle strutture vicine, come la trachea o l’esofago e se, una volta eseguito l’agoaspirato, lo specialista ha ragione di sospettare eventuali neoplasie tiroidee.
I cambi di umore possono essere legati ad un disturbo della tiroide?
Come anche altri sintomi non specifici, anche i cambi di umore possono essere associati ad altri sintomi nella valutazione e diagnosi di un disturbo della tiroide: genericamente ad esempio l’inappetenza e irritabilità vengono collegati a una situazione di ipertiroidismo; al contrario l’incupimento è più frequente in donne ipotiroidee. In ogni caso è importante ricordare che ma pur essendo stati da indagare vanno contestualizzati insieme ad altri sintomi.
La fake news dell’aria marina che contiene iodio
Lo iodio è disciolto solo nell’acqua e non sta invece nell’aria, quindi soggiorni al mare non curano né prevengono o danno benefici a chi soffre di malattie della tiroide.
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