Tenere una postura corretta non dà beneficio soltanto alla schiena e alla colonna vertebrale, né si può ridurre un buon portamento ad un semplice fattore di eleganza. Un torace incassato, la schiena ricurva, ma anche l’appoggio scorretto del piede mentre si cammina o l’abitudine di accavallare la stessa gamba sono atteggiamenti spesso involontari e ‘viziati’ del corpo che portano conseguenze su tutto il nostro organismo.
Di postura e benessere psicofisico ha parlato in un’intervista la dott.ssa Lara Castagnetti, specialista in riabilitazione ortopedica e osteopatia presso gli Ambulatori Check- Up di Humanitas.
Alcune cause e conseguenze di una postura scorretta
Tra le conseguenze di una postura sbagliata ci sono rigidità muscolare, mal di testa e una impercettibile ma cattiva funzionalità degli organi interni: ad esempio comprimendo addome e intestino si rischiano stitichezza o reflusso gastroesofageo, o problemi respiratori. Allo stesso modo, un bacino non il linea potrebbe provocare problemi all’apparato urinario o ginecologico mentre chi soffre di dolori e tensioni cervicali lamenta anche acufeni o vertigini.
“Anche i traumi fisici possono influenzare la postura – ha spiegato la dott.ssa Lara Castagnetti – da quelli più lievi come le distorsioni a quelli più gravi come lussazioni o fratture: questi eventi possono lasciare strascichi e dolore, anche a distanza di tempo, provocando un’alterazione dell’equilibrio lungo la catena delle articolazioni”.
I consigli dell’esperta
Solitamente l’’abitudine di incurvarsi comincia durante l’infanzia, quando i bambini restano fermi per ore al banco di scuola, davanti alla televisione o usando i giochi elettronici, e poi continua in età adulta a causa di una vita sempre più sedentaria, che ci vede spesso immobili davanti al computer, alla scrivania dell’ufficio, in auto o sui mezzi pubblici”, ha detto Castagnetti.
Il primo step per contrastare questa cattiva abitudine è l’attività fisica: “Di norma, si cerca di individuare un’attività fisica idonea al recupero. Per esempio, a un soggetto che tende a curvarsi in avanti viene consigliato uno sport capace di rinforzare la muscolatura del dorso, quella fra le scapole, come il canottaggio. A questo si aggiunge un programma riabilitativo, che generalmente è composto sia da un piano di rieducazione posturale, in cui si insegnano tecniche ed esercizi in grado di ripristinare una condizione di equilibrio, sia da trattamenti manuali, come le manipolazioni vertebrali e i trattamenti osteopatici”. Nei casi più rischiosi, che rischiano di compromettere la colonna e la sua stabilità si interviene anche con ausili specifici – utilizzati solo su indicano e sotto il controllo del medico – come plantari ortopedici o busti correttivi, così da rendere più armonica la postura.
Quando controllare la colonna vertebrale e la postura con uno specialista
“Prima si inizia, meglio è. Sarebbe buona regola far controllare la colonna vertebrale dei propri figli, soprattutto durante gli anni della crescita, dai 6 ai 16 anni – ha chiarito la dottoressa – quando la frequente inattività e le ore trascorse su tablet, cellulari e videogiochi possono causare disallineamenti. Ma la correzione può avvenire anche in età adulta, perché non ci sono limiti di intervento”. Fondamentale è cercare di osservare la propria postura. “Anche se non si riscontrano anomalie, occorre poi fare attenzione a mantenere le posture corrette e a correggersi durante l’intero arco della giornata”.
Quando si sta seduti è importante appoggiare la schiena, i piedi devono essere appoggiati a terra e le ginocchia devono formare un angolo retto.
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