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Coliche biliari: come riconoscerle e curarle

La colica biliare è il sintomo più importante di chi soffre di calcolosi biliare o colelitiasi, ovvero per la presenza di calcoli, generalmente formati da colesterolo, che si incuneano nei dotti biliari. In particolare, lo spasmo della colecisti è più acuto in presenza di un calcolo nel coledoco, il dotto biliare principale. Si manifesta generalmente di notte e con maggiore frequenza dopo aver consumato pasti abbondanti, soprattutto se ricchi di grassi.

Circa l’8% degli italiani ne soffrono senza che si manifestino sintomi o dolori. Ne ha parlato in un’intervista il dottor Paolo Omodei, responsabile  della sezione di Gastroenterologia di Humanitas.

Come riconoscere una colica biliare

La colica biliare si presenta con dolori acuti e intermittenti, che possono ripetersi più volte nell’arco di più ore, intervallati da momenti di quiete. Si distinguono dalla colica renale, il cui dolore è discendente, perché il dolore migra verso l’alto, il dorso e la regione sotto la scapola e spalla di destra.

“Il sintomo più caratteristico è il dolore acuto e improvviso alla parte superiore dell’addome e al centro, verso destra, appena sotto le costole”, ha spiegato Omodei. “Il dolore spesso tende ad estendersi al fianco destro e in zona posteriore verso la spalla e la scapola. I crampi dolorosi sono determinati dal passaggio di calcoli nel dotto cistico e nel coledoco, che fanno parte del sistema di dotti che portano la bile all’intestino. A volte la colica può essere accompagnata anche da febbre, nausea e vomito, sintomi che potrebbero essere spia di ulteriori complicazioni”, ha concluso.

Quali sono le altre complicanze dei calcoli alla colecisti?

Dopo la colica, la più frequente conseguenza è la colecistite acuta, cioè l’infiammazione della parete della colecisti. “Il dolore avvertito è simile a quello della colica, ma più persistente”, ha chiarito Omodei, a cui si può aggiungere la febbre “segno di un processo infiammatorio che va sedato con tempestività per non rischiare che si sviluppi un ascesso o si perfori addirittura la colecisti”, ha aggiunto il gastroenterologo.

La conseguenza più temuta è certamente la pancreatite acuta, che è determinata dalla migrazione di un calcolo dalla colecisti. “In questi casi il dolore è così forte da indurre chi ne soffre a chiedere aiuto al Pronto Soccorso. Se oltre ai dolori tipici della colica compare anche una colorazione giallastra della pelle delle sclere degli occhi, è probabile che si sia in presenza di un ittero ostruttivo”, ha precisato Omodei.

La diagnosi

In primo luogo viene effettuata una ecografia addominale per evidenziare “i calcoli, in genere costituti da colesterolo o, in rari casi, da bilirubina di calcio”. In alcuni casi vengono eseguiti anche gli esami del sangue, visto che alcuni parametri potrebbero risultare alterati come la transaminasi, la lipasi o l’amilasi che indicano una pancreatica acuta.

Le cure

Nella fasi più acute di dolore si ricorre, dopo consulto del medico, “a farmaci antinfiammatori non steroidei o antispastici. Se invece si è in presenza di una colecistite e si sospetta un’infiammazione delle vie biliari sarà necessaria una cura antibiotica”, ha chiarito Omodei.

La soluzione definitiva per chi ha sofferto più volte di coliche e complicanze è la colecistectomia, ovvero una rimozione chirurgica della colecisti.

Specialista in Gastroenterologia

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