Vaccinazioni, disturbi alimentari degli atleti, prevenzione, doping: sono solo alcune delle tematiche di cui si occupano i medici sportivi del nuovo millennio, che non trattano più solo infortuni e disturbi.
Gli atleti sono sempre più consapevoli e attenti alla loro forma fisica e al loro benessere, di conseguenza le esigenze medico-sportive e il ruolo del medico dello sport, e in particolare il ruolo del medico del calcio, è molto cambiato negli ultimi anni.
Ad esempio, in campo convivono, con l’unico obiettivo di fare goal, culture, abitudini e religioni molto differenti tra loro che spesso condizionano anche la vita quotidiana e si traducono in esigenze diverse, come ad esempio l’alimentazione. Si pensi a calciatori musulmani (a cui, se osservanti, non darebbe consentito mangiare carne di maiale) o ancora a chi segue una dieta vegana o vegetariana, senza considerare poi intolleranze o allergie alimentari, che costringono chiunque a modificare le diete a cui si è affezionati. Il medico ha quindi un ruolo importante per la creazione di una dieta che la squadra o il singolo giocatore deve seguire per migliorare le prestazioni, nel rispetto però di culture e religioni o patologie.
Di questo e molto altro ancora ha parlato nel libro “Medico del calcio – Il Manuale”, edito da Edra, il dottor Piero Volpi, Responsabile di Chirurgia del Ginocchio e Traumatologia dello Sport di Humanitas e Responsabile del Settore Medico dell’Inter, insieme ad altri esperti che offrono al lettore la loro conoscenza maturata negli anni in campo.
“Il calcio è un mondo che permea la vita della maggior parte degli italiani e che spesso viene preso ad esempio dai tifosi. Per questo credo molto nell’importanza di creare e diffondere all’interno di questo settore una vera e propria cultura della salute e del benessere e di sanità che, a cascata, possa avere un effetto positivo su tutti i livelli dello sport, incluso quello giovanile e amatoriale, sia maschile sia femminile – ha spiegato il dottor Volpi -. La medicina può essere quell’elemento che consente di arricchire tutto il mondo sportivo, portando con sé degli impatti positivi anche nell’evoluzione dei percorsi formativi e professionali delle figure coinvolte nel settore, basti pensare ad esempio ai fisioterapisti”.
“Accanto a questo nostro traguardo imprescindibile – ha aggiunto poi l’autore – se ne aggiungono altri, come la lotta al doping, all’abuso di farmaci leciti e la necessità di una concreta prevenzione, ancora troppo poco compresa nella sua reale importanza”.
La lotta al doping e gli integratori alimentari
Nel testo “Medico del calcio” l’autore ripercorre la nascita e lo sviluppo del fenomeno del doping e propone un’analisi delle sostanze dopanti di oggi e dei loro effetti farmaco-tossicologici. Un’attenzione viene data anche agli integratori alimentari: “sono prodotti non vietati, diventati di uso comune perché considerati sostanze naturali e innocue, facilmente reperibili su internet, spesso inutili nel contesto di una corretta alimentazione, ma non sempre innocui”, ha spiegato il dottor Volpi. “A volte contengono anche sostante dopanti non dichiarate e che rischiano di far squalificare l’atleta”, ha chiarito il medico.
Le vaccinazioni
Tema sempre più al centro del dibattito pubblico, il capitolo vaccinazioni è entrato recentemente anche nel mondo del calcio in seguito alle raccomandazioni da parte delle società scientifiche italiane per le vaccinazioni degli atleti professionisti delle varie discipline.
Alla luce della vita quotidiana di squadra, fatta di stretto contatto tra compagni di squadra e staff e costanti viaggi, anche intercontinentali per le gare, “la profilassi delle malattie infettive prevenibili da vaccini negli atleti professionisti ha un rilievo particolare”, ha spiegato il dottor Volpi.
Inoltre, dal punto di vista ‘immuniologico’, i medici dello sporti si occupano anche dell’impatto della cosiddetta ‘immunologia dello sport’, cioè di quali sono gli effetti dell’esercizio fisico sul sistema immunitario e delle conseguenze che eventuali patologie infettive possono avere sulle performance sportive. Tematiche che se ben affrontate “contribuiscono a maturare scelte consapevoli da parte di medici e staff per preservare la salute individuale e le prestazioni del team”, ha chiarito Volpi.
Prevenzione: alleata necessaria spesso trascurata
Come per qualsiasi paziente, anche per i calciatori e atleti in genere la prevenzione è la principale alleata per ‘sconfiggere’ e scongiurare patologie o dolori. A maggior ragione gli sportivi, che ben conoscono e ascoltano il loro corpo durante allenamenti quasi quotidiani, sempre più frequentemente chiedono consulenze mediche non solo in caso di infortuni, come accadeva in passato, ma anche solo per migliorare le prestazioni.
“Si tratta di un’area in cui il medico dello sport deve agire con grande intensità e capacità – ha spiegato Volpi – perché attraverso la conoscenza specifica della gestualità tecnica, delle metodologie di allenamento, dei ritmi e dei carichi degli impegni tecnici e atletici tipici delle gare e degli allenamenti è possibile cercare di ridurre l’incidenza di patologie e infortuni”. Un’accortezza di cui beneficia non soltanto il singolo giocatore, ma che l’intera squadra: “mantenendo in buone condizioni di salute la propria rosa di giocatori sarà possibile raggiungere i traguardi prefissati a inizio stagione.”
Calcio ‘in rosa’
Un’attenzione particolare poi, con l’ascesa del calcio femminile, viene data da parte del medico alle esigenze delle atlete e calciatrici, che avendo un fisico diverso hanno ovviamene necessità, esigenze e prestazioni differenti rispetto ai colleghi uomini.
Ad esempio, viene posta attenzione soprattutto ai disturbi alimentari, che si sviluppano durante l’adolescenza e che possono influenzare l’assetto ormonale, ponendo così le basi per la comparsa della “triade delle atlete”.
Il libro “Medico del calcio – Il Manuale” del dottor Piero Volpi, Responsabile di Chirurgia del Ginocchio e Traumatologia dello Sport di Humanitas e Responsabile del Settore Medico di FC Internazionale Milano, è stato presentato in anteprima alla stampa l’11 ottobre proprio al campus di Humanitas University.
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