Si è svolto domenica 2 settembre al Castello di Paderna, vicino a Piacenza, l’evento “Semina anche tu per la vita”, organizzato in memoria di Angelo Medaglia, veterinario di Pontenura recentemente scomparso. Un evento voluto dalla comunità di Angelo Medaglia e che ha riunito in una giornata di festa gli amici del medico e i proprietari dei suoi pazienti animali.
Nel pomeriggio, un’esibizione di arte marziale Qwan Ki Do e la sfilata amatoriale degli “amici a quattro zampe”; a seguire una cena di beneficenza con i cuochi dell’Accademia della cucina piacentina cui hanno partecipato oltre 400 persone. L’evento ha visto la partecipazione anche del professor Alessandro Zerbi, Responsabile di Chirurgia Pancreatica di Humanitas, e di alcuni colleghi: i fondi raccolti infatti saranno devoluti a Fondazione Humanitas per la Ricerca e in particolare in favore delle attività per lo studio e la cura dei tumori al pancreas, condotte dall’Unità Operativa di Chirurgia Pancreatica.
Foto dell’evento “Semina anche tu per la vita”
Quali sono i progetti di ricerca in cui è impegnata l’équipe di Chirurgia Pancreatica? Ne parliamo con il professor Alessandro Zerbi.
L’importanza della Ricerca nei tumori del pancreas
“La Ricerca nell’ambito dei tumori del pancreas è fondamentale. Si pensi che questa neoplasia è sempre più frequente e si stima che tra 10-15 anni sarà la seconda causa di morte per tumore nei Paesi occidentali. Quello al pancreas infatti è un tumore maligno, fortemente aggressivo, caratterizzato purtroppo da un’alta mortalità. Se n’è parlato anche di recente, a seguito della morte di Aretha Franklin, malata proprio di tumore al pancreas. Poche sono però le risorse destinate alla Ricerca in questo campo e iniziative come quelle di domenica sono preziose, al fine di sostenere i ricercatori nel tentativo di compiere sempre più passi avanti nell’affrontare questo tipo di tumori.
Come Unità Operativa di Chirurgia Pancreatica siamo impegnati in diversi progetti di Ricerca e abbiamo all’attivo numerosi studi pubblicati, in collaborazione con altri gruppi di Ricerca e altre Unità Operative di Humanitas. In particolare, lavoriamo su due filoni: una ricerca che potremmo definire di base, ovvero di laboratorio, in collaborazione con i ricercatori di base, e una ricerca in ambito clinico-chirurgico”, racconta il professor Zerbi.
La ricerca di base
“Per quanto riguarda la ricerca di base, lavoriamo con i ricercatori non solo fornendo loro i materiali biologici e le informazioni cliniche relative ai pazienti coinvolti negli studi, ma soprattutto confrontandoci insieme sugli aspetti della ricerca da approfondire o indagare”, precisa il professore.
I tumori del pancreas e il sistema immunitario
“Uno dei massimi fronti di ricerca di base su cui siamo impegnati riguarda le interazioni tra il tumore del pancreas e il sistema immunitario, in collaborazione con il gruppo di ricerca guidato dal professor Alberto Mantovani e in particolare con le dottoresse Paola Allavena e Federica Marchesi. Obiettivo degli studi è cercare di comprendere i rapporti tra il tumore pancreatico e il sistema immunitario, al fine di scoprire quanto quest’ultimo sia un effettivo alleato nel contrastare il cancro e quanto invece giochi a sfavore dell’organismo.
Stiamo poi lavorando nel tentativo di individuare dei biomarcatori che possano aiutarci nella diagnosi precoce del tumore pancreatico e nel predirne la prognosi. Stiamo inoltre studiando il ruolo del succo pancreatico, che viene prelevato nel corso dell’intervento chirurgico e fornito ai ricercatori, nel tentativo di caratterizzare il tumore, il suo metabolismo e la risposta immunitaria, con la speranza di definire meglio il comportamento di questo tumore.
In collaborazione con il gruppo del professor Gioacchino Natoli, siamo poi impegnati nel provare a caratterizzare i diversi tipi cellulari del cancro del pancreas, al fine di sotto-classificare il tumore in tipi molecolari. Si tratta di un approccio applicato anche ad altre tipologie di tumori e che si pensa possa in futuro aprire sempre più la strada alla terapia personalizzata: differenti tipi cellulari infatti potrebbero rispondere in modo diverso a trattamenti diversi.
Con il gruppo del dottor Luigi Laghi siamo invece impegnati nell’identificazione di marcatori specifici di sviluppo e prognosi del cancro del pancreas, mentre con il gruppo del professor Andrea Lania ci occupiamo dei tumori endocrini del pancreas (tumori pancreatici meno aggressivi del cancro del pancreas), con l’obiettivo di indagare i meccanismi cellulari di risposta di questi tumori alle terapie (soprattutto ormonali) deputate a rallentarne la crescita, al fine di caratterizzare meglio il comportamento delle cellule dei tumori endocrini pancreatici”, spiega il professor Zerbi.
La ricerca in ambito clinico-chirurgico
“Per quanto riguarda la ricerca in ambito clinico-chirurgico invece, stiamo lavorando a diversi progetti. Uno riguarda il tema, attualissimo e di crescente importanza in tutte le chirurgie, delle infezioni chirurgiche. Molti dei pazienti con tumore del pancreas che devono essere sottoposti a chirurgia hanno l’ittero. Prima dell’operazione chirurgica dunque, vengono sottoposti a un intervento endoscopico che mediante l’applicazione di stent punta a risolvere l’ittero. Questa procedura però può causare un’infezione della bile, un problema serio perché i germi sono spesso multi-resistenti e dunque non è facile debellarli. Questo può determinare complicanze nel corso dell’intervento chirurgico, peggiorandone l’andamento. Stiamo dunque lavorando su più fronti per cercare di risolvere questo problema (dai batteri, alle procedure endoscopiche, agli stent utilizzati), in collaborazione con i gruppi di ricerca del professor Roberto Rusconi e della dottoressa Clelia Peano.
Abbiamo poi una collaborazione con il Politecnico di Milano per mettere a punto nuovi materiali, strumentazioni e devices pensati ad hoc per la chirurgia pancreatica. Questa infatti, a causa dei minori volumi di intervento rispetto ad altre chirurgie, non è mai stata punto di partenza dell’evoluzione tecnologica, ma ha sempre visto su di sé trasferite le novità messe a punto per altre chirurgie. La sfida con i ricercatori del Politecnico è invece quella di partire proprio dalla chirurgia pancreatica e ci auguriamo che questo progetto possa portare benefici ai pazienti in futuro.
Abbiamo poi studi in corso con i diabetologi di Humanitas per provare a predire il rischio di diabete nei pazienti sottoposti a chirurgia pancreatica. Stiamo lavorando per applicare il protocollo ERAS (“Enhanced Recovery After Surgery”, ovvero miglior recupero dopo un intervento chirurgico) alla chirurgia pancreatica e in particolare nel preparare il paziente in termini respiratori all’intervento, al fine di migliorare il recupero post operatorio. Con gli anestesisti di Humanitas stiamo invece ragionando rispetto all’ottimizzazione dell’infusione nel corso dell’intervento chirurgico, con l’obiettivo di individuare la quantità migliore di liquidi da somministrare al paziente durante l’operazione. Siamo poi coinvolti in importanti studi multicentrici europei dedicati alle tecniche chirurgiche di resezione pancreatica, in particolare con approccio mini-invasivo”, ha continuato lo specialista.
Lo studio di screening per i soggetti ad alto rischio
In Humanitas è infine attivo uno studio di screening per il tumore del pancreas dedicato ai soggetti ad alto rischio: si tratta di individui che presentano un rischio aumentato di sviluppare questa neoplasia per la presenza di forte familiarità o per predisposizione genetica.
Questi pazienti sono inseriti in un progetto di monitoraggio volto a consentire una diagnosi precoce. Si tratta di uno studio di sorveglianza prospettica dei soggetti con probabile rischio genetico, che vengono seguiti con una serie di indagini ed eventuali approfondimenti diagnostici.
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