Humanitas ha ospitato lo scorso 12 luglio il Clearly meeting, un progetto multicentrico europeo di cui Humanitas è coordinatore e che fa parte del programma Transcan 2, inserito nell’ambito di Horizon 2020. Presso il Centro Congressi di Humanitas si sono incontrati i massimi esperti europei di screening oncologici e ricerca traslazionale, al fine di confrontarsi sulla prevenzione del tumore al polmone attraverso l’individuazione di biomarcatori circolanti e di imaging.
Il Clearly meeting è stato anche l’occasione per presentare SMAC (Smokers Health Multiple Action), un progetto di screening gratuito per forti fumatori ed ex fumatori che prevede una TAC toracica a basso dosaggio, associata a un’intensa attività antifumo.
Che cos’è lo studio Clearly e come è nato? Ne parliamo con la dottoressa Giulia Veronesi, Responsabile della Sezione di Chirurgia Robotica di Humanitas, presso l’Unità Operativa di Chirurgia Toracica diretta dal professor Marco Alloisio.
Il tumore del polmone e lo screening
“Ogni anno si verificano più decessi per cancro del polmone rispetto a tumori del colon, della mammella e della prostata combinati. Il tumore al polmone è il tumore più comune nel mondo, con 1,8 milioni di nuovi casi e 1,6 milioni di morti nel 2012. Questo tumore viene spesso diagnosticato in uno stadio avanzato, con un tasso di sopravvivenza a 5 anni del 16%.
Studi randomizzati e studi osservazionali hanno dimostrato che lo screening con TAC a basso dosaggio riduce il numero di decessi per tumore al polmone. Lo screening di una popolazione di soggetti con un rischio sostanzialmente elevato per questa neoplasia ha maggiori benefici che rischi. Tuttavia, questo screening non è un processo senza rischi potenziali, come i falsi positivi, che possono portare a procedure invasive e complicazioni”, spiega la dottoressa Veronesi.
Il ruolo dei biomarcatori
“In linea di principio, i biomarcatori possono aiutare nell’identificazione dei soggetti che possono beneficiare dello screening con TAC a basso dosaggio o possono integrare la TAC per la valutazione di noduli indeterminati. Questi marcatori possono essere individuati in vari fluidi biologici, in particolare sangue, urina, saliva o espettorato; anche il respiro espirato è stato esplorato come fonte di biomarcatori, oltre allo spazzolato bronchiale e nasale. Il sangue in particolare, con i suoi costituenti cellulari, micro-particolati e plasma, rappresenta una ricca fonte di biomarcatori. Un’altra linea di ricerca coinvolge modelli di predizione del tumore che sono fondati sull’apprendimento automatico del computer basato sulle immagini TAC, per assistere i medici nella gestione di noduli polmonari indeterminati rilevati casualmente o sullo schermo. Tali sistemi possono essere in grado di ridurre la variabilità nella classificazione dei noduli, migliorare il processo decisionale e in definitiva ridurre il numero di noduli benigni che sono inutilmente seguiti o elaborati”, prosegue la specialista.
La necessità di collaborazione: lo studio Clearly
“Sebbene un’attenzione considerevole sia stata focalizzata sull’approccio chiamato biopsia liquida per il rilevamento del cancro del polmone, è probabile che nessun singolo marcatore o singolo approccio sia utile da solo: da qui la necessità di esplorare combinazioni di marcatori e di approcci per determinarne la più valida. Questa impresa rappresenta uno sforzo importante. Ci sono migliaia di pubblicazioni in letteratura relative ai potenziali biomarcatori del cancro del polmone. Testare i biomarker candidati, singolarmente o in combinazione con tecnologie bioinformatiche rilevanti per l’applicazione prevista, è in genere al di là dei mezzi di singoli laboratori e richiede uno sforzo collaborativo rilevante.
Per questo motivo abbiamo istuito il consorzio dello studio Clearly (Validation of multiparametric models and Circulating and imaging biomarkers to improve Lung cancer EARLY detection) che coinvolge tre centri clinici in Europa, cinque laboratori di ricerca e due centri di bioinformatica avanzata in cinque diversi Paesi europei. Grazie al lavoro di questo team internazionale europeo di scienziati di alto profilo, speriamo di accelerare l’assunzione di programmi di screening del tumore polmonare in Europa. I biomarker e i metodi proposti potrebbero aumentare il tasso di tumori riscontrati in fase iniziale, facilitare la selezione dei candidati allo screening e aiutare lo sviluppo di farmaci molecolari mirati per arrestare la progressione tumorale”, ha concluso la dottoressa Veronesi.
Guarda le interviste rilasciate dagli esperti europei nel corso del Clearly meeting:
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2.3 milioni visite
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+56.000 pazienti PS
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+3.000 dipendenti
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45.000 pazienti ricoverati
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800 medici