Il tumore alla prostata interessa in particolar modo la popolazione maschile di età superiore ai 50 anni e la sua incidenza in occidente è in continuo aumento; questo tumore rappresenta la seconda causa di morte per neoplasie solide e la terza in ambito oncologico. I dati epidemiologici, infatti, indicano che nel maschio adulto 1 tumore su 4 è un tumore prostatico.
Il tumore alla prostata ha spesso un’evoluzione lenta, che copre un arco di diversi anni e in alcuni pazienti è possibile attuare un percorso di osservazione (sorveglianza attiva) e intervenire solo se il rischio aumenta.
L’alta incidenza di questo tumore richiede un’attenzione costante da parte di medici e ricercatori. In Humanitas, l’équipe di Urologia guidata dal dottor Paolo Casale, è costantemente impegnata nell’offrire ai pazienti diagnosi e trattamenti all’avanguardia, anche grazie all’intenso lavoro di Ricerca.
Tumore alla prostata: di cosa si tratta?
Il tumore alla prostata si sviluppa a partire dalla riproduzione incontrollata delle cellule interne alla prostata, ghiandola posta sotto la vescica e davanti al retto, che ha la funzione di produrre il liquido seminale.
La patologia non ha una sintomatologia evidente e, pertanto, in fase iniziale, è possibile che la diagnosi non sia immediata. Tuttavia il tumore alla prostata ha un’evoluzione lenta e, una volta diagnosticato, può essere trattato con una buona percentuale di successo.
Quando il tumore alla prostata è ormai in fase avanzata, i sintomi sono invece evidenti e comprendono ritenzione urinaria, sangue nelle urine e nello sperma, edema (gonfiore) agli arti inferiori e, in caso abbia sviluppato metastasi, dolore alle ossa.
La diagnosi di tumore alla prostata
Ogni soggetto di sesso maschile a partire dai 50 anni dovrebbe eseguire una visita dall’urologo, che svolge un ruolo centrale nella gestione della patologia prostatica.
In caso di sospetto tumore alla prostata, al paziente viene prescritto un esame del PSA, l’antigene prostatico specifico marcatore di questo tipo di tumore, a cui generalmente segue una biopsia prostatica transrettale per via ecoguidata.
Sono esami che, tuttavia, hanno una specificità e una sensibilità ancora basse, dunque il rischio è che vi sia una sovradiagnosi di tumori non clinicamente rilevanti e una sottodiagnosi di tumori che, invece, hanno un profilo più aggressivo. In quest’ultimo caso le percentuali di pazienti che presentano PSA elevato e che risultano negativi alla prima biopsia e positivi alla seconda, si assesta al 28%. Pertanto negli ultimi anni è stato introdotto l’utilizzo della RMN multiparametrica della prostata, anche prima della prima biopsia, che permette di individuare potenziali aree sospette per tumore e quindi eseguire delle biopsie prostatiche mirate con tecnica di fusione d’immagine (biopsie prostatiche di fusione).
Una recente innovazione in ambito diagnostico è rappresentata dall’utilizzo dell’ecografia transrettale ad alta frequenza (microUS 29 Mhz). Questa metodica, ormai di comune utilizzo in Humanitas molto diversa dalla tradizionale eco prostatica transrettale, risulta essere molto promettente nella diagnosi precoce del tumore prostatico, identificando l’eventuale fuoriuscita della malattia a livello della capsula prostatica ed è di grande utilità nelle biopsie prostatiche di precisione.
Altra metodica molto interessante, sia in fase iniziale che di controllo successivo, è invece rappresentata dalla PET con PSMA, per il cui utilizzo Humanitas è uno dei centri all’avanguardia.
La PET è una metodica di diagnostica particolarmente utilizzata in oncologia, che consiste nella somministrazione al paziente di un radiofarmaco e della successiva acquisizione delle immagini della zona dove il radiofarmaco si concentra. Per il tumore alla prostata viene utilizzato come farmaco il 68-Gallio PSMA, che si lega alle eventuali cellule tumorali presenti.
Quali sono i trattamenti possibili per il tumore alla prostata?
Come abbiamo detto, il tumore alla prostata ha un’evoluzione molto lenta e non sempre diventa necessario intervenire farmacologicamente, chirurgicamente o mediante radioterapia.
In caso di tumore prostatico alla fase iniziale e a basso rischio di progressione, dunque, il paziente deve attenersi a un costante e regolare monitoraggio, che consenta allo specialista di rilevare eventuali segnali di peggioramento.
Se, invece, è necessario un intervento chirurgico, questo può prevedere una prostatectomia radicale a cielo aperto o una prostatectomia radicale robotica (RALP).
La prostatectomia radicale implica l’asportazione chirurgica di prostata, vescicole seminali e, in alcuni casi, dei linfonodi loco-regionali per via retro-pubica. Successivamente il paziente viene sottoposto ad anastomosi tra uretra e vescica.
La prostatectomia radicale robotica (RALP), viene eseguita mediante laparoscopia robot assistita e, dunque, è meno invasiva e garantisce al paziente una ripresa più veloce dopo l’operazione.
In caso sia necessario trattare il paziente con tumore prostatico con un protocollo di radioterapia, Humanitas Cancer Center assicura ai suoi pazienti la possibilità di eseguirla tramite ipofrazionamento: una tecnica che consente la somministrazione della medesima dose di una radioterapia svolta in modo “tradizionale” con però un numero inferiore di sedute.
Il trattamento focale del tumore prostatico con ultrasuoni (Focal One) è un’altra valida opzione che viene offerta presso l’Urologia di Humanitas Rozzano. Può essere indirizzato ad un selezionato gruppo di pazienti con un tumore focalmente localizzato.
Infine, se il tumore si rivela resistente al trattamento ormonale, può essere necessario ricorrere a quello che viene definito “trattamento medico di seconda o terza linea”. È un trattamento farmacologico con estramustina fosfato o docetaxel, utilizzato in particolar modo per ridurre la sintomatologia e migliorare la qualità di vita del paziente.
L’obiettivo dell’Unità Operativa. di Urologia Humanitas Rozzano è quello di offrire nuove tecniche diagnostiche più precise e sofisticate per ridurre il numero di biopsie inutili e quello di mettere a disposizione del paziente una serie di trattamenti terapeutici indirizzati ad ogni singolo caso clinico.
Tumore alla prostata e Ricerca
Recenti studi a cura dell’équipe di Urologia di Humanitas, poi, hanno individuato una serie di metodiche all’avanguardia per la diagnosi del tumore alla prostata. Ne sono un esempio:
- Diagnostic accuracy of micro ultrasound in patients with a suspicion of prostate cancer at magnetic resonance imaging: a single institutional prospective study: lo studio evidenzia come l’ecografia transrettale microUS a 29 Mhz sia una valida metodica, non inferiore all’utilizzo della risonanza magnetica multiparametrica nella diagnosi del tumore prostatico. Si tratta inoltre di una metodica meno costosa, meno invasiva e più rapida.
- PSMA-PET and micro-ultrasound potential in the diagnostic pathway of prostate cancer: lo studio sottolinea che la PET con PSMA sembra avere un’altra capacità diagnostica nel tumore prostatico in pazienti altamente selezionati, che devono essere sottoposti a biopsie prostatiche con tecniche di fusione d’immagine.
- Prospective evaluation of 68 ga-labeled prostate-specific membrane antigen ligard positron emession tomography/computed tomography in primary prostate cancer diagnosis: lo studio verte sulla PET con PSMA, esame con un’alta capacità di diagnosticare tumori prostatici in pazienti altamente sospetti con precedenti biopsie negative.
- Comparison of the diagnostic accuracy of micro-ultrasound and magnetic resonance imaging/ultrasound fusion targeted biopsies for the diagnosis of clinically significant prostate cancer: l’ecografo di ultima generazione a 29 Mhz in utilizzo in Humanitas può essere di grande utilità nella diagnosi di tumori prostatici, come dimostra lo studio di confronto con la risonanza magnetica multiparametrica.
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