Il professor Alberto Mantovani, immunologo di fama internazionale e direttore scientifico di Humanitas, è stato intervistato a Zapping su Rai Radio Uno e partendo dalla pubblicazione del suo nuovo libro “Bersaglio mobile” edito da Mondadori, ha parlato del ruolo della ricerca e dell’immunoterapia nella lotta contro il cancro.
Il prof. Mantovani ha dapprima raccontato cosa l’abbia spinto a scrivere questo libro: “Volevo condividere una delle passioni della mia vita, la ricerca; la ricerca scientifica, sul cancro e dell’immunologia al servizio della salute e volevo anche vaccinare i lettori nei confronti delle false notizie e delle false cure che causano tragedie di cui sentiamo ancora oggi parlare nelle notizie di cronaca, e infine volevo adempiere a quello penso sia un dovere morale di chi fa scienza e medicina come me: ovvero condividere il proprio lavoro con il pubblico.
Le false notizie sul cancro si ripetono nel tempo, le false cure poi attecchiscono sulla speranza dei pazienti (e di questo dobbiamo essere molto rispettosi), sul fatto che a volte noi specialisti non comunichiamo in maniera adeguata e infine sul fatto che la cultura scientifica media nel nostro Paese è piuttosto modesta”.
La frontiera dell’immunoterapia
“In un paziente con un tumore sono successe due cose al suo sistema immunitario: una parte delle sue difese (che possiamo immaginare come poliziotti) è passata al nemico e si comporta come dei poliziotti corrotti, aiutando la crescita tumorale. Un’altra parte delle difese è invece addormentata.
Studiando il sistema immunitario abbiamo scoperto che funziona come una straordinaria automobile, che ha bisogno di acceleratori e di freni; in gergo questi freni li chiamiamo check points e togliendoli riusciamo a far ripartire l’automobile. Abbiamo avuto in questo senso risultati molto importanti, per esempio nel melanoma, e una quota importante di pazienti con molti tumori trae beneficio da questa terapia.
Si stima però che solo circa un quinto dei pazienti che sono eleggibili all’immunoterapia ne traggono vantaggio e dunque il bicchiere è ancora in gran parte vuoto, occorre continuare a lavorare. Si tratta poi di terapie costose che comportano un problema di sostenibilità del nostro Sistema Sanitario: noi però vorremmo che i pazienti si occupino della malattia e non della questione economica legata alle cure. Individuare quali pazienti trarranno vantaggio dalle terapie immunologiche è un passo importante per un sistema che sia sostenibile”, ha specificato il prof. Mantovani.
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