Il dottor Riccardo Borroni, dermatologo in Humanitas e ricercatore di Humanitas University, è uno dei vincitori del Celgene Research Award 2017, un premio bandito da Celgene per i giovani ricercatori, con l’obiettivo di promuovere la ricerca in alcuni ambiti, compresa la dermatologia.
Anche in dermatologia la ricerca è importante, proprio grazie alla ricerca infatti sono stati fatti importanti passi avanti, per esempio nella conoscenza e nella cura della psoriasi, una malattia infiammatoria cronica immuno-mediata. Questa patologia è al centro del progetto di ricerca con cui il dottor Borroni si è aggiudicato il premio.
Il punto di partenza
I pazienti affetti da psoriasi grave corrono un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiovascolari, che a loro volta possono abbassare la loro aspettativa di vita.
“Per molto tempo si è pensato che le patologie che si associano alla psoriasi, come la sindrome metabolica, l’ipertensione e l’aterosclerosi, fossero legate a uno stile di vita scorretto del paziente psoriasico. Si pensava infatti che la bassa qualità di vita del paziente con psoriasi grave portasse con sé atteggiamenti quali fumo, sedentarietà e alimentazione non adeguata. In realtà, si è poi scoperto che la psoriasi grave è un fattore di rischio indipendente per le malattie cardiovascolari, ma i meccanismi alla base di questo legame non sono ancora del tutto noti”, spiega il dottor Borroni.
Il legame tra psoriasi e aterosclerosi
“Obiettivo del nostro progetto di ricerca è indagare il legame della psoriasi con l’aterosclerosi: la placca ateromasica infatti non è solo un accumulo di colesterolo nelle arterie, ma presenta una componente cruciale di infiammazione. Vogliamo capire cosa questo tipo di infiammazione, nel paziente psoriasico, abbia in comune con l’infiammazione della pelle.
Centrale nel nostro lavoro il ruolo di LL37, un peptide antimicrobico che in condizioni normali rappresenta una prima difesa nei confronti delle infezioni. Nella psoriasi, LL37 è un fattore di innesco di immunità innata e acquisita, e in molti pazienti psoriasici anche un auto-antigene riconosciuto dal sistema immunitario”, spiega il ricercatore.
LL37: potenziale mediatore, marcatore e bersaglio terapeutico
“Metteremo a punto un modello sperimentale preclinico in cui LL37 innesca una cascata infiammatoria che origina dalla pelle e coinvolge altri organi, compresi i vasi. LL37 potrebbe infatti rappresentare l’”anello di congiunzione” delle due condizioni (psoriasi e aterosclerosi), e rivelarsi inoltre utile, nei pazienti psoriasici, come marcatore del rischio di aterosclerosi. In collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, svilupperemo poi alcune molecole che inibiscono la funzione patologica di LL37, nella speranza che questo progetto apra la strada a nuove strategie terapeutiche”, ha concluso il dottor Borroni.
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