Si è svolto dall’11 al 13 novembre a Rimini, il Congresso Italiano di Radioterapia oncologica, dal titolo “Il Radioterapista Oncologo. Tra nuovo imaging e nuovi farmaci”, organizzato da AIRO (Associazione Italiana Radioterapia Oncologica).
Nel corso del Congresso sono stati conferiti tre premi e quello per la miglior comunicazione orale è andato alla dottoressa Elena Clerici, radioterapista in Humanitas.
Lo studio
Lo studio della dottoressa Clerici si è concentrato sulla radioterapia stereotassica, un trattamento che prevede la somministrazione di alte dosi di radiazioni in poche frazioni, nei pazienti oligo-metastatici con lesioni epatiche non operabili e dunque trattati con radioterapia. Questi pazienti presentano poche metastasi, da una a cinque, e vengono trattati con dosi molto ablative e dunque efficaci.
Lo studio ha visto il coinvolgimento di 202 pazienti con ottimi tassi di controllo locale, superiori al 90% a un anno. Particolarmente significativo è proprio il numero di pazienti trattati, superiore rispetto ai numeri finora disponibili in letteratura.
Il tema è stato anche oggetto di tesi di specialità della dottoressa Clerici, sotto la supervisione della professoressa Marta Scorsetti, Responsabile di Radioterapia in Humanitas.
Che cos’è la radioterapia stereotassica?
La radioterapia stereotassica corporea (SBRT, Stereotactic Body Radiation Therapy) è una tecnica radioterapica non invasiva che mediante un’elevata dose di radiazioni inviate sul tumore, premette la morte cellulare (o necrosi).
Questa procedura, precisa e indolore, viene eseguita in regime ambulatoriale e non richiede alcun tipo di anestesia; il paziente non è mai radioattivo e può proseguire la sua normale vita sociale. In genere un ciclo prevede da una a sei sedute.
Humanitas è uno dei pochi centri italiani in cui questo trattamento è disponibile, anche per le metastasi epatiche, grazie all’unione di tecnologie avanzate e di competenze mediche di alto livello.
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