L’EAACI Congress è il meeting internazionale dell’Accademia europea di Allergia e Immunologia clinica. Al centro del Congresso la prevenzione delle malattie allergiche, anche nell’ottica di un approccio personalizzato.
Ne parliamo con il professor Enrico Heffler, docente di Malattie dell’apparato respiratorio in Humanitas University, che ha partecipato al Congresso con un intervento sulla mis-diagnosi di asma e con un altro sul corretto percorso di diagnosi della malattia respiratoria professionale, e che è stato rieletto per la terza volta consecutiva membro dell’Asthma Section Board e riconfermato membro della Speciality Committee.
“L’EAACI è punto di riferimento a livello mondiale per quanto riguarda le malattie allergiche. Il mio impegno all’interno dell’Accademia è di lunga data: dal 2011 al 2013 sono stato membro del consiglio direttivo, come rappresentante dei giovani allergologi. Dal 2013 sono stati poi eletto membro dell’Asthma Section Board, il mandato dura due anni e sono alla terza riconferma consecutiva. L’Accademia è divisa in 5 sezioni (asma, otorinolaringoiatria, immunologia, pediatria, dermatologia) e ognuna ha un board decisionale composto da sette persone.
Obiettivo della Speciality Committee è invece ribadire l’importanza e l’autonomia dell’Allergologia, che in Europa spesso è considerata una sotto-specialità”, precisa il professor Heffler.
La mis-diagnosi dell’asma
Mis-diagnosis of asthma: questo il titolo della relazione del professor Heffler presentata al Congresso. “È stato un workshop interattivo, che ha permesso un’interazione dei partecipanti. Ho affrontato il tema della mis-diagnosi dell’asma: sebbene l’asma presenti sintomi caratteristici e il percorso di diagnosi sia ben codificato, a livello di medicina generale si riscontra contemporaneamente una sovradiagnosi di asma (circa un terzo dei pazienti etichettati come asmatici ha in realtà qualche altra patologia che mima i sintomi dell’asma, secondo quanto riportato nei principali studi sulla mis-diagnosi di asma) e una sottodiagnosi (soprattutto per le forme più severe di asma). Ne consegue che alcuni pazienti vengono trattati come asmatici quando non lo sono, mentre altri pazienti non ricevono le cure adeguate perché l’asma non è stata riconosciuta e trattata come tale”, precisa lo specialista.
La diagnosi delle malattie respiratorie professionali
“Ho proposto poi una riflessione sul corretto percorso di diagnosi della malattia respiratoria professionale. Si tratta di un tema molto importante: si pensi che il 15% delle malattie respiratorie insorte in età adulta sono imputabili all’ambiente di lavoro.
Per questa malattie la diagnostica è carente in Europa, perché laddove si sospetti una patogenesi professionale, la diagnosi effettiva deve essere effettuata in Centri specializzati in patologie professionali, con test di provocazione specifici. Questi Centri però sono pochissimi.
Un altro problema per questi pazienti riguarda la necessità di allontanarsi dall’ambiente di lavoro. Il controllo farmacologico e i presidi di prevenzione infatti, non sono sempre sufficienti nella gestione della malattia, come per esempio accade nelle interstiziopatie, e in questi casi l’unica soluzione è l’allontanamento. In alcuni casi, magari nelle aziende più grandi, questi pazienti vengono ricollocati, con un cambio di mansione, ma non sempre questo è possibile e dunque ai problemi di salute si aggiunge il rischio della perdita del lavoro, con un aggravio emotivo importante per il paziente”, conclude il professor Heffler.
Medicina di precisione e personalizzata
Al Congresso è intervenuto anche il professor Giorgio Walter Canonica, Responsabile Centro Medicina Personalizzata: Asma e Allergologia in Humanitas, con una relazione plenaria dal titolo “”Practical approach to phenotypes and endotypes in nasal inflammatory diseases”, un intervento che ha ribadito l’importanza della medicina di precisione e personalizzata, soprattutto per quanto riguarda l’asma e le patologie rinitiche e rinosinusitiche.
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