“In Italia circa 40mila donne vengono colpite da tumore alla mammella e pertanto vengono trattate. Grazie alla prevenzione, il riscontro dei tumori è in fase molto più precoce che in passato e dunque più curabile. È stato inoltre dimostrato che le donne che vengono trattate all’interno di un Centro di Senologia hanno un quinto delle possibilità in più di guarigione”, a sottolinearlo è il dottor Francesco Caruso, Direttore di Dipartimento Oncologico di Humanitas Centro Catanese di Oncologia.
La tomosintesi
Quello che sfugge alla mammografia tradizionale viene scoperto grazie alla tomosintesi: “La tomosintesi è una tecnica mammografica che si esegue con il mammografo digitale al quale viene applicato un software che permette di acquisire le immagini in tre dimensioni: questo si traduce nella possibilità da parte del medico radiologo che interpreta l’esame, di studiare la mammella per strati sottili. A volte siamo in grado di trovare delle lesioni molto piccole, cosiddette satelliti alla lesione principale, che magari erano misconosciute alla mammografia 2D o all’ecografia; questo consente una stadiazione pre-operatoria migliore”, aggiunge il dottor Francesco Pane, Responsabile del Servizio di Diagnostica Senologica.
I vantaggi dell’oncoplastica
Oggi si parla di interventi di oncoplastica, dove aspetti oncologici e ricostruttivi vanno di pari passo: “Questo può essere fatto sia nella chirurgia conservativa, in cui tolto il tumore viene rimodellata tutta la mammella, sia nella chirurgia ablativa, cioè quella in cui si asporta tutta la mammella e viene ricostruita con le protesi. Mentre prima veniva asportata tutta la cute, spesso anche con uno o due muscoli sottostanti, oggi invece non solo si conservano ampiamente i muscoli, ma in determinate condizioni si è arrivati a conservare tutta la cute, inclusa areola e capezzolo, conferendo un miglior risultato estetico alla ricostruzione con protesi”, sottolinea il dottor Caruso.
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