Oltre un miliardo di persone rischia di perdere l’udito a causa dell’abitudine ad ascoltare musica ad alto volume e per lungo tempo. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della Sanità in occasione del World Hearing Day, la Giornata Mondiale dell’Udito svoltasi lo scorso 3 marzo.
“Ascoltare musica a tutto volume rappresenta uno stress uditivo continuo che può portare a un calo precoce dell’udito e purtroppo oggi i casi sono in crescita rispetto al passato. Sono molti i casi di riduzione precoce della soglia uditiva per chi vive in città industrializzate e rumorose. Se a questo si aggiunge l’ascolto non corretto della musica, ovunque ci si trovi e a volumi eccessivi, si possono avere effetti dannosi per le nostre orecchie”, afferma il dottor Luca Malvezzi, specialista in Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale in Humanitas.
“Spesso il volume viene ulteriormente incrementato per escludere i rumori esterni, per esempio mentre si viaggia sui mezzi pubblici, e per rendere ancora più intensa la fruizione. Si arriva così facilmente a superare gli 80-100 decibel. Un suono erogato a 100-120 decibel equivale al rumore di una motosega in azione o di un jet al decollo. La parola viene invece erogata e udita normalmente a 30-40 decibel e questa sarebbe l’intensità a cui ascoltare la musica senza rischi”.
I rischi di un ambiente rumoroso
“Coloro che vivono in grandi città sono esposti a una sollecitazione continua dell’apparato uditivo, ciò che viene definito inquinamento acustico. Questo può tradursi nel rischio di un invecchiamento uditivo precoce, accompagnato al fisiologico invecchiamento dell’apparato uditivo, che può essere già riscontrabile dopo il ventesimo anno di età sulle frequenze acute (8000 Hz). Si pensi che il rumore di una strada trafficata si aggira intorno agli 80/100 decibel, un rumore di poco inferiore a quello emesso da un martello pneumatico. Quando l’apparato uditivo si deteriora sono dapprima interessate le frequenze acute, poi quelle medie. La presbiacusia può interferire sulla vita sociale, traducendosi in difficoltà nel distinguere le parole, a volte, nell’anziano, può contribuire all’isolamento e a una senilità più triste”, spiega il dottor Malvezzi.
I consigli per ascoltare musica in sicurezza
Per preservare l’udito non occorre rinunciare alla musica, ma – come suggerisce lo specialista – è sufficiente adottare alcune accortezze.
“Seguire la regola del 60/60 può essere un buon suggerimento, ovvero ascoltare musica a non oltre il 60% del volume massimo e per non oltre 60 minuti alla volta.
È bene poi preferire le cuffie esterne agli auricolari, perché il suono proveniente dalla cuffia è più dolce e meno traumatico sulla membrana del timpano. Gli auricolari e le cuffiette vengono invece posti direttamente nel padiglione auricolare e hanno un potenziale più dannoso per il timpano, proprio perché l’erogazione del suono è a diretto contatto (o quasi) con la membrana”, conclude il dott. Malvezzi.
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