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Farmaci sempre più specifici per la cura della maculopatia

La maculopatia è una patologia oculare, caratterizzata da una degenerazione della retina centrale, e in particolare della macula, una piccola zona ricca di fotorecettori, le cellule nervose sensibili alla luce. L’energia luminosa viene così trasformata in stimoli elettrici che, mediante il nervo ottico, raggiungono il cervello. Se la macula è danneggiata vi sono importanti ripercussioni sulla visione.

Di maculopatia, dell’importanza di una diagnosi tempestiva e di come i farmaci siano sempre più selettivi ha parlato in professor Paolo Vinciguerra, Responsabile del Centro Oculistico in Humanitas, in un’intervista a Panorama.

Le due forme di maculopatia

Si distinguono due forme di maculopatia: la maculopatia senile secca e la maculopatia senile essudativa, entrambe responsabili di danno retinico.

La forma secca è causata da una progressiva atrofia del tessuto; quella essudativa (umida) è dovuta alla presenza di nuovi capillari che se si rompono riversano sangue e siero sulla retina e distruggono la macula.

L’importanza di una diagnosi tempestiva

Diagnosticare in anticipo la maculopatia è cruciale. Un esame diagnostico utile è l’OCT (tomografia a luce coerente)). Consiste in una stratigrafia in grado di vedere le alterazioni dei diversi strati della retina”, spiega il professor Vinciguerra. Molto utile anche l’angio OCT che “fornisce una ricostruzione tridimensionale dei vasi della retina ed è un esame non invasivo”.

I farmaci contro la maculopatia

“I farmaci che combattono la patogenesi neovascolare della maculopatia stanno diventando sempre più selettivi”, spiega il prof. Vinciguerra. Questi farmaci infatti si sono molto evoluti nel tempo, passando da farmaci aspecifici a farmaci più selettivi e dunque dagli effetti più duraturi.

“I farmaci cosiddetti antiVEGF, che inibiscono la proliferazione vascolare, stanno sempre di più dimostrando la loro efficacia. Divengono più selettivi e gli intervalli di tempo tra un’iniezione e un’altra si allungano”, conclude il professore.

 

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