La miastenia gravis è una malattia che si presenta con sintomi importanti, come debolezza muscolare e affaticabilità, la cui intensità può variare nel tempo. È una patologia che colpisce più frequentemente le donne giovani, mentre negli uomini si manifesta spesso in età più avanzata (oltre i 60 anni). Trattandosi di una malattia autoimmune, il trattamento è complesso e include principalmente anticorpi antiacetilcolina (Mestinon), corticosteroidei, farmaci immunosoppressori e in casi severi plasmaferesi o immunoglobuline in vena. Circa un quarto dei pazienti che ne sono affetti ha un timoma (un tumore del timo, che può avere a diversi gradi di malignità) per i quali la chirurgia è indicata. Per i pazienti miastenici anche senza timoma associato da molti anni la rimozione chirurgica è considerata una fase importante del trattamento sebbene la validità fosse basata principalmente su studi osservazionali retrospettivi. Solo recentemente i benefici della chirurgia sono sati validati da un ampio studio randomizzato uscito su una prestigiosa rivista scientifica, da cui è emerso che l’asportazione del timo e del grasso mediastinico migliora i sintomi neurologici in modo significativo, riducendo i dosaggi necessari e gli effetti collaterali del trattamento medico. Ne parliamo con la dottoressa Giulia Veronesi, responsabile della chirurgia robotica nell’ambito dell’Unità di Chiruriga Toracica e Generale diretta dal prof. Marco Alloisio.
“Quando è possibile, per effettuare l’intervento di timectomia si preferisce utilizzare la tecnica mininvasiva (videotoracoscopia) all’approccio chirurgico a cielo aperto (sternotomia), per via della maggiore invasività e dei tempi di recupero più lunghi che quest’ultima tecnica presuppone. Fino ad oggi, la chirurgia mininvasiva si è poco diffusa per i rischi legati al fatto che questa non garantisse l’eliminazione con la stessa radicalità del grasso mediastinico, che spesso contiene parti del tessuto timico ed è quindi importante rimuovere ai fini dell’efficacia dell’intervento” spiega la dottoressa Veronesi. “La tecnica robotica consente di superare questo problema della videotoracoscopia manuale e ha il vantaggio di procedere utilizzando un accesso monolaterale, invece dell’approccio bilaterale associato a cervicotomia, descritto per la videotoracoscopia. Attualmente è in corso una analisi retrospettiva multicentrica, della quale Humanitas è centro coordinatore, che ha esattamente lo scopo di paragonare i risultati della videotoracoscopia e della chirurgia robotica su questa patologia. Penso quindi che ci sarà modo di confrontarsi su queste tecniche e, in generale, su tutti i trattamenti per la miastenia, di fronte alla platea dei Medici di Medicina Generale, in occasione del congresso che si terrà il 15 novembre proprio qui in Humanitas”.
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