Chiarire le basi genetiche delle malattie e garantire l’accesso dei pazienti ematologici alle migliori cure, attraverso lo sviluppo di trattamenti innovativi basati sul profilo genomico individuale. Con questo obiettivo Humanitas partecipa al progetto di Rete Ematologica Lombarda (REL), che ha risposto al bando di Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica emesso da Regione Lombardia per la valorizzazione della ricerca nell’ambito della medicina traslazionale e personalizzata. Ne parliamo con il professor Matteo Della Porta, Coordinatore della Commissione Sindromi Mielodisplastiche REL e Responsabile della Sezione Leucemie in Humanitas, con il prof. Armando Santoro, Direttore di Humanitas Cancer Center e con il prof. Carmelo Carlo-Stella, Responsabile della Sezione Linfomi e Mielomi.
Come opera concretamente la REL?
La REL è un network clinico e di ricerca nell’ambito delle malattie ematologiche che si sta affermando come punto di riferimento a livello nazionale, in base anche a numerosi elementi di forza, tra cui:
- la presenza di molteplici eccellenze scientifiche complementari;
- un coordinamento clinico efficiente che mantiene al centro delle strategie di ricerca la cura del paziente;
- la gestione di una considerevole popolazione di pazienti (con forte capacità di attrazione da altre Regioni).
La partecipazione al bando si è concretizzata con un progetto finalizzato allo studio dei meccanismi della malattia e allo sviluppo di nuove procedure diagnostiche e terapeutiche delle malattie ematologiche neoplastiche.
Il titolo di questo progetto è: “Genomic profiling of rare hematologic malignancies, development of personalized medicine strategies, and their implementation into the Rete Ematologica Lombarda clinical network”.
Quali sono i partner che supportano il progetto ideato dalla REL?
I partner del progetto sono:
- l’Istituto Clinico Humanitas;
- il Policlinico San Matteo di Pavia;
- l’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese;
- l’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo;
- l’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano;
- l’Università di Pavia.
A questi si aggiungono aziende come Novartis, Celgene, soprattutto per gli studi clinici con farmaci innovativi a bersaglio molecolare, e Clonit, che produce sistemi diagnostici innovativi.
Alla proposta progettuale della REL, dopo una procedura di valutazione comparativa mediante peer review internazionale, è stato assegnato un finanziamento di circa 4 milioni di euro.
Che ruolo ha l’Istituto Clinico Humanitas in questo progetto?
L’Istituto Clinico Humanitas riveste un ruolo cruciale in questo progetto grazie allo sviluppo e alla messa a punto di programmi di medicina personalizzata nei linfomi – i cui referenti sono il prof. Armando Santoro e il prof. Carmelo Carlo-Stella – e nelle sindromi mielodisplastiche, referente il prof. Matteo Della Porta.
“In anni recenti – commenta il prof. Santoro – tecnologie avanzate per lo studio del genoma hanno aperto la strada a nuove prospettive terapeutiche, rendendo possibile lo studio dei meccanismi biologici alla base di molte malattie del sangue. In questo senso va letta la partecipazione a questo progetto di Humanitas Cancer Center, sempre più convinto dell’importanza dell’immunoterapia e delle sfide imposte dalla medicina personalizzata nella lotta contro il cancro”.
“La nostra ricerca è focalizzata sui linfomi refrattari alla chemioterapia, che rappresenta la terapia d’elezione per pazienti affetti da queste patologie”, spiega il prof. Carlo-Stella. “La scommessa è individuare linee genetiche che, con capacità predittiva, permettano di sapere in anticipo se un paziente risponderà in modo positivo o negativo al trattamento”. “Il passo successivo sarà quello di individuare farmaci che, targettizzando queste firme genetiche, siano in grado di modificarle per garantire una risposta positiva alla terapia”.
Qual è l’obiettivo medico-scientifico che si prefigge di conseguire il progetto della REL?
Il progetto presentato dalla Rete Ematologica Lombarda è basato sulla ricerca traslazionale. Il suo obiettivo è un approccio globale e personalizzato al paziente ematologico, capace di ottenere, in modo uniforme e a livello regionale, tangibili benefici per i pazienti.
Vuole inoltre realizzare un nuovo modello di ricerca basato su un’efficiente rete clinica che mantiene nel tempo una forte sinergia con le strategie sanitarie regionali.
“Si tratta quindi di un programma scientifico di alto livello che ha al centro il paziente, la cui gestione avviene anche grazie all’importante ruolo svolto dalla REL”, spiega il prof. Della Porta, che commenta: “Questo progetto permetterà la scelta del trattamento migliore a livello individuale, con appropriatezza e razionalizzazione delle risorse nell’uso dei farmaci, proprio grazie all’avanzamento delle conoscenze delle malattie nei singoli pazienti. Inoltre, potrà attrarre studi clinici innovativi, garantendo ai pazienti l’accesso alle migliori cure”.
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