La sindrome del colon irritabile è un disturbo molto diffuso. Ma quali sono le cause, i sintomi e le possibili cure? Ce lo spiegano gli specialisti di Humanitas.
Quali sono le cause di un intestino irritabile?
Non sappiamo quali sostanze irritino il colon, ma ci sono diverse teorie.
Di sicuro sappiamo che si tratta di una patologia estremamente comune e che ha un andamento cronico nel tempo.
Le principali cause della sindrome dell’intestino irritabile sono:
- alterazione della motilità;
- alterazione del microbiota (ossia della fauna intestinale);
- alcune infezioni;
- alcuni farmaci, che possono creare un’alterazione della permeabilità e quindi favorire l’insorgenza dei sintomi.
Tra le cause del colon irritabile si può includere anche lo stress?
Certamente. Ad alcuni pazienti vengono somministrati dei farmaci che, tranquillizzando il cervello, calmano anche l’intestino.
Perché si chiama “intestino”?
Mi piace raccontare ai pazienti che il termine deriva da “in”, dentro, e da “test” + “ino”, testa piccola. Da qui la definizione di “secondo cervello”, un cervello che si trova nella nostra pancia.
Quali scoperte sono state fatte in merito a questa patologia?
Abbiamo scoperto che il microbiota, cioè la flora intestinale, ha un profondo effetto sulla funzione dell’intestino.
Che cos’è il microbiota e perché è stato scoperto così tardi?
È da molto tempo, in realtà, che sappiamo della presenza del microbiota nel nostro intestino e, con il passare degli anni, stiamo imparando a caratterizzarlo sempre di più.
Esso viene anche definito “il sesto senso”, proprio perché è un altro organo del nostro corpo.
Le cellule presenti nel microbiota sono molto più numerose di quelle che compongono l’intero corpo umano: un numero gigantesco, miliardi e miliardi di microrganismi.
Quindi, nella sindrome del colon irritabile, è il microbiota a infiammarsi?
Può succedere che cambino la qualità, la composizione e la quantità del microbiota e da ciò derivarne irritazione o alterazione della funzione del nostro intestino.
Ci tengo a precisare che esso cambia anche a seconda di ciò che mangiamo.
I sintomi della patologia sono obiettivi oppure cambiano da paziente a paziente?
I sintomi sono quasi sempre gli stessi, ossia:
- dolore addominale;
- gonfiore;
- meteorismo;
- irregolarità intestinale.
“Irritabile” è da intendersi come sinonimo di “capriccioso”, nel senso che i pazienti lamentano alternanza della loro regolarità intestinale.
Possono verificarsi altri disturbi non strettamente legati all’intestino?
Sì, ci possono essere anche dei sintomi extra-intestinali, come per esempio dolori muscolari, cefalea, irritabilità, alterazione della capacità di concentrazione, malessere in generale.
Una curiosità: si calcola che il colon irritabile sia la seconda causa più frequente di assenza dal posto di lavoro.
Come si arriva a diagnosticare il colon irritabile?
In realtà si procede per esclusione, poiché non esiste un vero e proprio test diagnostico. La storia clinica del paziente e un esame obiettivo possono essere già sufficienti per diagnosticare l’intestino irritabile.
Quanti italiani presentano questa patologia?
Si calcola che il 10-20% della popolazione italiana soffra di questa patologia, che è più comune nelle donne.
Esiste una cura?
Purtroppo il colon irritabile è una patologia cronica con cui si convive. Si possono trattare e controllare i sintomi, ma ancora non conosciamo una cura definitiva. Occorre cercare la terapia adatta a seconda del tipo di intestino irritabile.
Oltre ai farmaci specifici, il miglior rimedio è una dieta sana e corretta: evitare gli eccessi, limitare l’uso delle spezie, variare il cibo, evitare l’alcool e il fumo.
Inoltre, alcuni alimenti contengono degli zuccheri, chiamati FODMAP, che il nostro intestino fatica a digerire; eliminandoli o riducendone il quantitativo si avrà sicuramente un miglioramento della sintomatologia.
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