Nel periodo estivo il nostro intestino è soggetto a diverse sollecitazioni, tra cui il caldo, gli spostamenti per le vacanze, i cambi di programma e di abitudini. Gli intestini più sensibili ed irritabili ne possono risentire maggiormente. Come possiamo evitare che i disturbi di pancia ci rovinino le vacanze?
Ne abbiamo parlato con gli specialisti dell’Unità Operativa di Gastroenterologia di Humanitas.
Le cause di un intestino irritabile
L’intestino irritabile può avere cause sia genetiche sia ambientali. Tra quelle genetiche, occorre evidenziare come i figli di genitori con intestino irritabile tendano a soffrire anch’essi di questo disturbo. La predisposizione ereditaria è stata confermata anche dagli studi sui gemelli omozigoti.
Tra i fattori ambientali che concorrono all’irritabilità dell’intestino possono esserci:
- interventi chirurgici
- alimenti ingeriti
- infezioni (per esempio, gastroenteriti causate da cibi alterati)
- farmaci assunti abitualmente
- fattori psicosociali che comportano stress, fisico e psicologico.
I sintomi riconducibili all’intestino irritabile
I criteri internazionali di Roma IV definiscono il disturbo come un dolore a livello dell’addome associato alla defecazione oppure al cambiamento della forma e della consistenza delle feci. Questi sintomi spesso si accompagnano a gonfiore, meteorismo e distensione addominale, soprattutto nelle donne.
Le diete sono un buon rimedio per i problemi all’intestino?
Le diete sono utili purché non diventino una “moda”. Spesso, infatti, le persone che seguono una determinata dieta tendono a esagerare, eliminando in maniera ingiustificata una grande quantità di cibi dalla loro alimentazione. Questa deprivazione però, a lungo termine, non risolve il problema. Occorre piuttosto individuare le cause dell’irritabilità dell’intestino: alla base di questo disturbo, a volte, vi è una lieve infiammazione che, se non curata, può aggravarsi nel momento in cui ingeriamo alimenti poco tollerati dal nostro organismo.
Definizione di stitichezza e di diarrea
Nel passato la stitichezza e la diarrea erano valutate in base a criteri quantitativi. In presenza di meno di tre evacuazioni nell’arco di una settimana, il paziente era definito “stitico”; al contrario, se le evacuazioni superavano le tre giornaliere, allora si parlava di diarrea.
Oggi, invece, si tende a seguire un approccio differente, improntato sulle sensazioni del paziente. Può accadere che alcune persone si sentano stitiche nonostante un’evacuazione quotidiana, perché avvertono di non essersi liberate totalmente.
La diarrea, invece, è definibile come “plurime evacuazioni giornaliere di feci non consistenti”. Tuttavia, alcuni individui ritengono di essere diarroici, pur in presenza di un’unica evacuazione giornaliera, a causa di feci molli o non formate.
Bisogna ascoltare di più il paziente e comprenderne il disagio.
L’incidenza dei fattori psicologici sul nostro intestino
L’intestino è un organo abitudinario e si contrae più facilmente in ambienti frenetici e stressanti, come le metropoli. I fattori psicologici legati agli stili di vita caotici (uscire presto di casa, mangiare in fretta ecc.) e allo stress quotidiano incidono negativamente sul normale funzionamento del nostro intestino.
Durante i giorni lavorativi si tende a trattenere lo stimolo, contraendo i muscoli pelvici, e a rimandare la defecazione. La conseguenza è che si salta il momento favorevole per evacuare ed il colon continua a riempirsi causando disturbi fastidiosi come gonfiore e sensazione di pienezza.
Nei giorni di relax, come durante il fine settimana, invece, l’intestino riprende la normale coordinazione dei muscoli, agevolando la fisiologica evacuazione. Alla lunga però questa ripresa non è così automatica e si può diventare cronicamente stitici.
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