Giovedì 28 luglio si è celebrata la Giornata mondiale contro l’epatite, una malattia che colpisce 400 milioni di persone del mondo, molte delle quali non sanno di essere ammalate. La Giornata punta anche a una maggior informazione, al fine di rendere i cittadini maggiormente consapevoli delle regole di prevenzione, compresa la possibilità di vaccinarsi. Di epatite ha parlato il dottor Giovanni Covini, epatologo e Responsabile dell’Area Check up In Humanitas, intervistato su Radio Vaticana.
Epatite A, B e C: contagio e prevenzione
Nei Paesi occidentali, le tre forme di epatite più diffuse sono A, B e C. La trasmissione dell’epatite A avviene per via oro-fecale. Uno dei rischi è l’ingestione di cibo contaminato, pertanto è consigliabile lavare bene gli alimenti prima di consumarli, come frutta e verdura. Inoltre è possibile vaccinarsi contro l’epatite A.
Per quanto riguarda l’epatite B, la modalità di contagio è per via sessuale o via parenterale (attraverso una puntura, come per esempio aghi infetti o trasfusioni); è dunque importante avere rapporti sessuali protetti. Anche contro l’epatite B è disponibile un vaccino.
Le modalità di trasmissione dell’epatite C sono molto simili a quelle della B, anche se la via sessuale è meno predominante. Contro l’epatite C però non è disponibile alcun vaccino.
L’importanza della vaccinazione
L’Italia è stato uno dei primi Paesi al mondo a rendere obbligatoria la vaccinazione contro l’epatite B nel 1991. Sono stati vaccinati tutti i nuovi nati e tutti i ragazzi che compivano il dodicesimo anno di età. In questo senso siamo molto avanti. Il suggerimento è quello di vaccinarsi contro l’epatite A perché può essere una malattia pericolosa in fase acuta.
I farmaci per l’epatite C
Il costo dei farmaci è ancora molto alto e al momento lo Stato italiano tratta solo i pazienti più gravi. In futuro però sarà sempre più importante garantire l’accesso alle cure a tutti i pazienti, anche per scongiurare l’acquisto fai-da-te di farmaci su internet, provenienti da Paesi come l’India.
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