Alla fine di un pasto abbondante, sentirsi gonfi è assolutamente normale. Ma perché, a volte, ci si sente lievitare anche dopo uno spuntino leggero e nel rispetto della dieta? In realtà, gonfiore e chili di troppo non sono necessariamente collegati, visto che l’accumulo di aria nello stomaco e nell’intestino può dipendere da vari fattori, che spesso non c’entrano nulla con grassi e calorie.
Gonfiore, disturbi e patologie correlati
L’antiestetica pancetta del dopo pranzo o del dopo cena, infatti, può essere dovuta all’eccessiva deglutizione d’aria durante i pasti o all’eccessiva produzione di gas da parte della flora batterica intestinale.
A volte l’eccessivo gonfiore dipende da un disturbo dell’apparato gastrointestinale, per esempio l’ernia iatale, i calcoli alla cistifellea, il colon irritabile o il malassorbimento che vanno curati in modo specifico”. In questo caso, però, oltre al gonfiore, si presentano quasi sempre altri sintomi, come sensazione di un sapore acido in bocca nel caso di ernia iatale, coliche addominali nel caso di calcoli, stipsi o, al contrario, diarrea nel colon irritabile e nel malassorbimento.
Se si ha a che fare con un vero e proprio disturbo, poi, il gonfiore c’è più o meno sempre. Se invece si tratta di un fastidio passeggero o che si presenta una volta ogni tanto e non è accompagnato da altri disturbi, molto probabilmente è legato ad “errori” nello stile di vita, e in particolare per quanto riguarda il cibo.
Cosa non mangiare
“La cosa più importante è mangiare lentamente, masticando bene ogni boccone. Se si ingoia il cibo troppo velocemente, infatti, si ingerisce una quantità d’aria eccessivo, e lo stesso accade se si parla troppo durante i pasti”.
Oltre al come mangiare, attenzione anche alla qualità dei cibi. Le bevande gassate (compresa l’acqua frizzante) e quindi con aggiunta di anidride carbonica, che è un gas, sono in cima alla lista delle cattive compagnie di chi tende a gonfiarsi, seguite da tutti i cibi che per la loro preparazione inglobano aria, come frullati, frappè, gelato etc.
I dolcificanti artificiali, per esempio sorbitolo, mannitolo e tutti i prodotti che li contengono (caramelle, gomme da masticare) possono favorire la crescita di batteri intestinali che producono gas, peggiorando il disturbo. Lo stesso vale per i cereali integrali e per i cibi molto grassi, come fritture, carni grasse, salse con il burro, certi tipi di frutta e verdura.
Fagioli e piselli secchi, lenticchie, cipolle, cavoli, soia, broccoli, cetrioli, ravanelli, cavolfiori, mele, prugne, banane e uva secca, per esempio, sono tra i vegetali che favoriscono maggiormente la produzione di gas intestinali.
Ciò non significa che è necessario rinunciare a questi alimenti, ma semplicemente che è bene consumarli con moderazione. Per quanto riguarda le fibre, importantissime per la salute, si può ridurre al minimo la formazione di gas aumentandone gradualmente il consumo nell’arco di diverse settimane, in modo da “abituare” l’intestino alla presenza di queste sostanze
Lontano da tavola
Infine, anche lo stress può favorire la produzione di gas. Per tenerlo sotto controllo si consiglia di praticare regolare attività fisica, in grado, indirettamente, di diminuire la distensione addominale che in alcuni casi può ridurre la produzione di gas.
Se anche seguendo questi semplici accorgimenti a tavola e praticando una regolare attività fisica non si ottiene una risultato soddisfacente, è possibile che i cibi incriminati siano solo alcuni, e che per questo seppure molto “attivi” in termini di gonfiore, diventino difficili da “scoprire”. Per individuarli si consiglia di rivolgersi a un esperto, in grado di prescrivere una dieta di base molto semplice, a cui aggiungere gradualmente singoli alimenti per identificare quali sono tollerati e quali causano gonfiore.
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