I fibromi, anche detti miomi, sono formazioni solide di natura benigna che generano dal tessuto muscolare dell’utero. La loro insorgenza è piuttosto comune, si tratta, infatti, della neoplasia benigna più frequente nelle donne. Spesso sono causa di un ciclo mestruale doloroso (dismenorrea) o particolarmente abbondante (menorragia). Trattarli senza ricorrere alla chirurgia è possibile grazie alle tecniche di radiologia interventistica, come ci spiega il dottor Vittorio Pedicini, Responsabile della Sezione di Radiologia Vascolare e Interventistica di Humanitas.
Che cosa sono i fibromi?
I fibromi sono tumori benigni dell’utero. Possono essere singoli o multipli e si distinguono in: fibromi sottomucosi o endocavitari, che si sviluppano verso la cavità dell’utero; fibromi intramurali, se si formano nello spessore della parete; fibromi sottosierosi, se sono collocati verso l’esterno dell’utero. L’insorgenza dei fibromi è piuttosto comune, si tratta, infatti, della neoplasia benigna più frequente nelle donne.
Embolizzazione, una tecnica non invasiva
L’embolizzazione è una procedura radiologica e rappresenta un’importante alternativa alla chirurgia tradizionale. Si tratta di una metodica non invasiva eseguita in anestesia locale, che si svolge con la sola puntura dell’arteria femorale. Il radiologo interventista è in grado quindi di “navigare” nei vasi che portano sangue ai fibromi e da lì iniettare delle speciali microparticelle, al fine di togliere loro il nutrimento e ottenere la loro riduzione dimensionale.
Non tutte le donne affette da fibromi però possono essere sottoposte a embolizzazione. E’ importante avere un colloquio esplicativo e una valutazione dedicata durante la visita di radiologia interventistica.
Che cosa succede dopo l’intervento?
La paziente riceve un’infusione continua di anestesia endovena per prevenire l’insorgenza di dolore e viene sorvegliata in ospedale due notti. Al terzo giorno è dimessa e può tornare a casa alla vita di tutti i giorni, avendo cura di non sforzarsi troppo. Nei primi giorni è normale avere un po’ di perdite ematiche anche fuori dal ciclo mestruale.
Già dopo il primo mese si apprezzano benefici in termini di riduzione del dolore e di perdite ematiche. Alla paziente è quindi chiesto di sottoporsi a una risonanza magnetica di controllo, in genere a tre mesi, per monitorare la riduzione del fibroma.
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