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Tumori e infiammazione: scoperta una via da cui passano i “guardiani corrotti” del sistema immunitario

Una caratteristica tipica del cancro è sfuggire alle difese immunitarie e creare attorno a sé un microambiente infiammatorio ideale per la crescita e la proliferazione del tumore. L’attenzione al microambiente che circonda le cellule tumorali ha portato a chiedersi: quali meccanismi consentono ad alcune cellule infiammatorie presenti all’interno dei tumori di diventare dei “guardiani corrotti” che non solo non bloccano il tumore, ma collaborano alla sua crescita?

Lo studio pre-clinico sui sarcomi condotto dai ricercatori Humanitas con il sostegno di AIRC, Ministero della Salute e Fondazione Cariplo, i cui risultati sono stati pubblicati su Nature Cancer, chiarisce uno di questi meccanismi. 

I risultati dello studio

“Siamo partiti studiando il complemento, una vera e propria cascata di molecole dell’immunità e dell’infiammazione che si attiva nei tumori quando vengono riconosciute cellule anomale. Il complemento è una componente dell’infiammazione promotrice del tumore. Abbiamo scoperto che una molecola del complemento, C3a, e il suo recettore, C3aR, svolgono un ruolo cruciale nel reclutare guardiani e nel corromperli. In particolare, abbiamo visto che l’attivazione del complemento contribuisce alla progressione di diversi tipi di sarcomi e si associa a immunosoppressione”, spiega la professoressa Cecilia Garlanda, ricercatrice e docente di Humanitas University.

Lo studio ha dimostrato come il complemento, questo antico sistema di difesa e infiammazione, si attivi nei sarcomi e come impatti sull’attività funzionale dei macrofagi (attori centrali dell’immunità innata che, con la loro diversità e plasticità, contribuiscono all’attivazione, all’orientamento e alla regolazione delle risposte immunitarie adattive), limitando le proprietà anti-tumorali dei linfociti T e, in generale, la risposta all’immunoterapia.

L’individuazione del nuovo bersaglio apre a un nuovo orizzonte di sperimentazione clinica: combinare l’uso di farmaci immunoterapici e di inibitori del complemento per inibire lo sviluppo dei “poliziotti corrotti” e quindi la crescita tumorale e le metastasi.

Nello studio, inoltre, il gruppo ha definito una firma molecolare con significato prognostico: nei tessuti in cui si accendono particolari allarmi, il decorso del sarcoma è peggiore. 

Il lavoro è stato fatto sui sarcomi ma pensiamo che apra implicazioni più vaste, perché il meccanismo di corruzione dei macrofagi che si attiva tramite le molecole C3a e C3aR del sistema del complemento potrebbe essere presente anche in altre patologie tumorali” – conclude la professoressa Garlanda. A livello terapeutico, la scoperta potrebbe aprire la strada alla creazione di nuovi farmaci mirati a frenare l’infiammazione attivata da C3a e C3aR.

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