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Humanitas Research Day 2016, voce ai protagonisti della ricerca

Oltre centocinquanta poster scientifici e una grande partecipazione di medici, ricercatori e staff hanno salutato l’Humanitas Research Day 2016, che si è tenuto martedì 10 maggio presso il Centro congressi dell’ospedale. Il Research Day è un appuntamento annuale che ha il proposito di dare voce ad alcuni dei protagonisti della ricerca, preclinica e clinica, di Humanitas, dove 250 ricercatori lavorano a stretto contatto con i medici per portare le scoperte del laboratorio al letto del paziente.

research

Tra le iniziative in programma: quattro selected lectures di giovani medici e ricercatori promettenti, una sessione poster (con la premiazione dei migliori poster in ambito preclinico, traslazionale e clinico) e una rassegna dei giovani premiati ai congressi nazionali ed internazionali nell’ultimo anno.

Dagli interventi dell’amministratore delegato Luciano Ravera, del direttore scientifico Alberto Mantovani, del direttore della ricerca clinica e del Cancer Center Armando Santoro e del rettore di Humanitas University Marco Montorsi, è emerso quanto è stato fatto negli ultimi anni in tema di ricerca ed innovazione. Si è però parlato soprattutto delle sfide presenti e future, che Humanitas dovrà affrontare per mantenere e consolidare il suo ruolo di top player nazionale e per proporsi come modello di sviluppo anche a livello delle migliori istituzioni internazionali. Le parole d’ordine più utilizzate? Translational research e technology transfer.

Il direttore scientifico, prof. Alberto Mantovani, ha posto l’accento sull’importanza del technology transfer: “È fondamentale che i progressi che sono stati fatti negli ultimi anni in termini di innovazione e registrazione di nuovi brevetti non vadano perduti. Si sono visti molti sforzi, ma questi vanno ancora moltiplicati per fare in modo che le eccellenze in questo senso, come quella sviluppata da Paolo Spada, non rimangano casi isolati, legati all’iniziativa personale più che ad un sistema che favorisce la nascita di tali eccellenze in modo organico”.

Sulla ricerca traslazionale si è soffermato in particolare il prof. Armando Santoro: “È necessario che le direttrici che guidano la ricerca e lo sviluppo di nuove molecole partano anche dalle esigenze cliniche e sociali del paziente. È un errore pensare che sia possibile creare solo un mercato per i nuovi farmaci, bisogna partire da quello che serve al paziente e cercare di andare in quella direzione” ha detto il prof. Santoro nel corso del suo intervento, proseguendo poi: “Per questo sono necessarie figure particolari, come i cosiddetti ricercatori traslazionali, che funzionino da collegamento fra chi si occupa di ricerca di base ed i medici, che conoscono le esigenze del paziente e lavorano al suo fianco”.

La giornata si è poi conclusa con la presentazione dei più importanti studi in corso d’opera. Nel 2015, come negli anni precedenti, la produzione scientifica di Humanitas ha continuato a crescere in qualità, raggiungendo livelli molto elevati, come dimostrano gli indici bibliometrici: oltre 3.200 punti di Impact Factor ed una produzione scientifica ai primi posti tra gli IRCCS.

La valutazione della produzione scientifica di Humanitas, effettuata nel 2014 da SCImago Research Group, che ogni anno analizza le pubblicazioni di quasi 5.000 centri di ricerca, pone l’IRCCS di Rozzano fra i migliori centri al mondo: per l’indicatore “Excellence Rank” relativo alle pubblicazioni scientifiche, Humanitas si posiziona tra i top 10% nel mondo (315° su 4.849 istituti) e in Europa Occidentale (141° su 1.535 centri), fra i top 5% in Italia (8° su 163).

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici
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