Quando la diagnosi di insufficienza venosa cronica giunge a malattia conclamata, è necessario ricorrere alla chirurgia. Quando e come intervenire? Risponde la dottoressa Elisa Casabianca, assistente di Chirurgia Vascolare I.
Quando è necessaria la chirurgia?
“La chirurgia è indicata in tutti quei pazienti in cui l’ecocolordoppler abbia evidenziato un’insufficienza dei sistemi venosi safenici. L’intervento chirurgico che ne consegue è individuato in base alle valutazioni fatte sul singolo paziente nel corso della visita specialistica e a seguito, appunto, dell’ecocolordoppler”.
Quali opzioni chirurgiche sono possibili?
“L’intervento più eseguito è lo stripping safenico, cioè l’asportazione chirurgica totale o parziale della vena safena, che viene eseguita attraverso un taglio in sede inguinale e con un accesso chirurgico alla gamba. Alcuni pazienti possono essere trattati con interventi molto meno invasivi come le flebectomie, asportazioni parziali dei segmenti venosi malati. In alcuni casi possono essere presi in considerazione trattamenti come la termoablazione e radiofrequenza della vena safena, in anestesia locale e senza tagli chirurgici. In pratica la vena viene incanulata con un piccolo catetere, seguita lungo tutto il suo decorso patologico sotto guida ecografica e infine bruciata.
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