Doversi sottoporre a un intervento chirurgico può destare diverse preoccupazioni nei pazienti, alcune delle quali dovute all’anestesia generale, qualora prevista. Sciogliamo gli interrogativi più comuni.
L’anestesia generale è pericolosa?
L’anestesia generale è una procedura fondamentale prima di interventi chirurgici lunghi e invasivi a carico di organi situati nella zona toracica o addominale o prima di interventi di otorinolaringoiatria e di operazioni in bocca, al fine di difendere le vie aeree dal sanguinamento. Attraverso un colloquio preliminare con il paziente e i vari esami preparatori, si è in grado di ricorrere a un’anestesia “su misura” e di ridurre così il rischio di complicazioni. I rischi dipendono comunque dallo stato generale del paziente e dal livello di urgenza dell’intervento.
Che cos’è l’intubazione?
Il paziente sottoposto ad anestesia generale viene addormentato (ricorrendo a farmaci iniettati per via endovenosa o a gas inalati tramite maschera) e la sua funzione respiratoria autonoma viene inibita e sostituita mediante intubazione. Si tratta di una manovra molto delicata che prevede l’inserimento di un tubo (dal naso o dalla bocca) in trachea attraverso le corde vocali, al fine di instaurare la respirazione artificiale grazie al collegamento con un macchinario.
L’intubazione non è però sempre necessaria: se l’operazione prevista è breve e poco invasiva, viene effettuata una sedazione (blanda, media, profonda) che induce il sonno, ma lascia che il paziente respiri autonomamente. Se nel corso dell’esame pre-operatorio emergono rischi correlati all’intubazione, magari legati alla conformazione anatomica del paziente, si cercano vie alternative.
Come viene controllato il paziente sotto anestesia?
L’anestesista vigila costantemente sul paziente, sorvegliandone lo stato anche grazie all’ausilio di macchinari deputati al monitoraggio delle funzioni vitali: respirazione, pressione e frequenza cardiaca. La sua presenza permette di segnalare opportunamente e per tempo eventuali imprevisti. Anche la fase del risveglio avviene sotto stretto controllo dell’anestesista.
Che cos’è il consenso informato?
Prima dell’intervento il paziente è invitato a firmare il consenso informato: un documento che presenta le caratteristiche dell’operazione cui verrà sottoposto, la spiegazione su ciò che avverrà in sala operatoria e gli eventuali rischi correlati. Se ne firma uno per l’intervento chirurgico e uno per l’anestesia e, se occorre, un terzo in caso di possibile ricorso a trasfusione. Il consenso informato garantisce che il paziente sia stato adeguatamente preparato e accompagnato all’intervento che lo attende.
Come prepararsi all’anestesia?
Il paziente farà una visita con l’anestesista e verrà sottoposto a esami pre-operatori. Nel corso della visita risponderà ad alcune domande inerenti la propria storia clinica e lo stile di vita, i farmaci che eventualmente assume, eventuali allergie e interventi che ha subito in passato. Una volta ottenute tutte le informazioni di cui ha bisogno per affrontare l’operazione in maniera consapevole, il paziente verrà invitato a firmare il consenso informato.
Al paziente verranno poi fornite le indicazioni circa l’alimentazione da seguire prima dell’intervento e su quando iniziare il digiuno. Gli verrà chiesto poi di togliere anelli, collane e orologi e di rimuovere smalto e trucco prima dell’intervento. Si tratta di indicazioni importanti perché il colorito delle unghie o del contorno occhi sono in grado di segnalare cambiamenti nelle condizioni di ossigenazione del paziente. La crema, infine, potrebbe fungere da isolante per gli elettrodi e i metalli interferire con l’elettrobisturi.
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