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Tumori neuroendocrini gastroenteropancreatici: approvato il farmaco lanreotide

Il Congresso europeo di oncologia tenutosi a Barcellona lo scorso novembre è stato l’occasione per presentare i risultati di tre studi destinati a modificare la strategia di cura dei tumori neuroendocrini. Queste neoplasie a bassa incidenza non sono semplici da gestire in quanto molto diverse l’una dall’altra e spesso per una gestione ottimale richiedono la collaborazione di vari specialisti con diverse competenze. Negli ultimi anni la strategia di cura è stata profondamente rivista e oggi l’aspettativa di vita anche per i pazienti con malattia metastatica può essere molto lunga. A questo proposito, lo scorso 5 aprile è stata approvata in Italia una nuova indicazione di lanreotide, un farmaco appartenente alla classe degli analoghi della somatostatina, che si è dimostrato utile nel trattamento dei tumori neuroendocrini gastroenteropancreatici ben e mediamente differenziati. Il dottor Carlo Carnaghi, oncologo del Cancer Center di Humanitas, spiega: “La nuova indicazione registrativa di lanreotide è di grande rilevanza in quanto recepisce il concetto dell’attività antiproliferativa dei questa classe di farmaci sui tumori neuroendocrini gastro-entero-pancreatici ben e mediamente differenziati, in accordo a quanto emerso da un importante studio pubblicato nel 2014 sul New England Journal of Medicine. La disponibilità del farmaco in farmacia, la buona tollerabilità e la facile somministrazione domiciliare dello stesso, consentiranno di ridurre gli accessi in ospedale per visite specialistiche”.

pancreas

Quali sono però le tre grosse novità presentate a Barcellona alla European Cancer Conference del novembre 2015?

Al centro del primo studio, la radioterapia recettoriale: una nuova modalità di trattamento che prevede la somministrazione per via endovenosa di un radiofarmaco ogni otto settimane. Il trattamento si è dimostrato in grado di controllare l’evoluzione dei tumori neuroendocrini intestinali in fase metastatica.

Il secondo studio riguarda everolimus, un farmaco a bersaglio molecolare, cui già si ricorre nel trattamento delle forme neuroendocrine pancreatiche. La novità consiste nell’aver dimostrato che la sua efficacia si estende anche alle forme che originano da tutto il tratto gastroenterico e del polmone.

Il terzo studio infine ha valutato il telotristat, un inibitore della serotonina, che si è dimostrato molto efficace nel controllo della cosiddetta sindrome da carcinoide, caratterizzata da severa diarrea, una condizione che influisce molto negativamente sulla qualità di vita e sulla prognosi dei pazienti. 

 

La certificazione ENETS

“Resta comunque fondamentale ricordare che i tumori neuroendocrini sono una patologia estremamente complessa ed eterogenea che non può prescindere da una gestione multidisciplinare integrata tra oncologo, endocrinologo, chirurgo, gastroenterologo, medico nucleare, patologo, genetista”, precisa il dottor Carnaghi.

In Italia non mancano i centri con esperienza e alcuni di essi – tra cui Humanitas – hanno anche il prestigioso accreditamento ENETS che ne certifica la qualità nella gestione dei tumori neuroendocrini. ENETS è la società europea che raccoglie gli specialisti coinvolti nella gestione clinica dei pazienti con tumore neuroendocrino e tra le altre iniziative si occupa anche della selezione in Europa di centri di eccellenza per il trattamento dei tumori neuroendocrini tenendo in considerazione una serie di parametri qualitativi e quantitativi.

Humanitas ha ottenuto il primo riconoscimento ENETS nel 2013 e proprio quest’anno ha ottenuto la ricertificazione.

 

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici
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