Tumori, obesità, malattie cardiovascolari, vaccini, microbioma, epatite C, tubercolosi: sono alcune delle parole chiave del 2015 della salute. Un anno che si chiude con molte nuove e importanti acquisizioni nel campo della medicina. “Extra”, speciale del Corriere della Sera, ha pubblicato la top ten delle scoperte dell’anno appena concluso secondo il prof. Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University.
Quali sono le scoperte più importanti del 2015 secondo il prof. Mantovani?
1) Immunoterapia per curare il cancro. “L’immunoterapia è il futuro della lotta contro i tumori”. Ne è convinto il prof. Mantovani, che nell’intervista al Corriere spiega: “È un grande cambiamento di paradigma: si è capito che non è importante solo la cellula tumorale, ma anche la nicchia ecologica (il microambiente) in cui essa vive”. Nel microambiente della cellula tumorale, infatti, alcune cellule vengono come “corrotte” e le difese vengono così spente. Grazie all’immunoterapia il paziente, con le difese riattivate, può reagire al tumore.
2) Il vaccino contro l’Ebola.
3) Trabectedina. È un principio attivo che colpisce non solo la cellula tumorale, ma anche le cellule corrotte di cui al punto uno. “Si tratta di una novità importante iin clinica – ha commentato il prof. Mantovani – e mi piace che questa ricerca sia fondamentalmente italiana”. Il nome che c’è dietro a questa scoperta è infatti quello di Maurizio D’Incalci, che dirige il Dipartimento di Oncologia dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano.
4) Il vaccino contro il morbillo è sicuro. “Nel corso di quest’anno è uscito su Jama l’ennesimo studio che prova la sicurezza del vaccino contro il morbillo”, commenta il prof. Mantovani. I vaccini – ha ricordato in più di un’occasione il professore – sono importanti perché proteggono noi stessi e il resto della comunità, sviluppando uno scudo che evita di far circolare i microbi e i virus.
5) La scoperta del principio antimalarico si deve alla dottoressa cinese Youyou Tu, i cui sforzi sono stati premiati con il riconoscimento del Nobel per la Medicina 2015. “Ricordo che la lotta contro la malaria è una delle tre sfide sanitarie mondiali – commenta Mantovani – insieme a quella contro Aids e tubercolosi. Una lotta che non si può fare se non si arriva a dei vaccini efficaci”.
6) Lo studio del microbioma. Per microbioma si intende l’insieme dei microbi che vivono dentro di noi (virus, batteri, funghi) ed è un “mondo” ancora in parte sconosciuto. Sappiamo però che ha la capacità di educare le nostre difese immunitarie, influenzando, ad esempio, la risposta di un paziente con tumore alla chemioterapia o all’immunoterapia. Siamo ancora al livello di evidenze pre-cliniche, ma il futuro – commenta il professore – è trasferire in ambito clinico questi risultati.
7) Malattie autoimmuni e medicina di genere. In presenza di malattie autoimmuni, il sistema immunitario non riesce a distinguere più se stesso dal resto e “ci autoaggredisce”. Le malattie autoimmuni colpiscono molto di più le donne (per questo possono considerarsi paradigma della medicina di genere), e ancora non siamo in grado di curarle sebbene recentemente ci siano stati significativi progressi. “L’ultima scoperta in questo senso – ha spiegato il prof. Mantovani – riguarda l’artrite psoriasica: un anticorpo è in grado di bloccare alcune interleuchine, ovvero proteine prodotte dal sistema immunitario. Lo studio è stato pubblicato su New England Journal of Medicine, e dimostra che inibire l’interleuchina 17 nei casi di artrite psoriasica porta beneficio ai pazienti”. La scoperta dell’Interleuchina 17 risale al 1993, e questo dimostra come trasferire una scoperta in ambito clinico possa richiedere un percorso lungo e complesso.
8) Epatite C. “Quest’anno sono state pubblicate almeno quattro sperimentazioni cliniche, da cui risulta che la combinazione di due antivirali (sofosbuvir–velpatasvir) è straordinariamente efficace contro l’epatite C, indipendentemente dal tipo di virus che ha causato la malattia”, ha spiegato il professor Mantovani. Le nuove cure consentirebbero una riduzione del 70% del rischio di epatocarcinoma; non sono tuttavia ancora disponibili in Italia, e il problema riguarda principalmente i costi, molto alti.
9) La potenza degli anticorpi monoclonali. Una scoperta fatta nell’anno appena trascorso dimostra molto bene le potenzialità degli anticorpi monoclonali, individuati alla fine degli anni ’70. Nel fegato ci sono recettori che fanno sparire il cosiddetto “colesterolo cattivo”. “Uno studio di fase 1 uscito sul New England Journal of Medicine – commenta il prof. Mantovani – afferma che se si blocca la Pcsk9 con un anticorpo monoclonale (un anticorpo in grado di legarsi a una molecola-bersaglio) si assiste a una riduzione dei livelli di colesterolo, sia in soggetti sani, sia in soggetti con alti livelli di colesterolo familiare”. “Questa scoperta è importante – commenta Mantovani – perché illustra molto bene la potenza di una scoperta tecnologica della fine degli anni ’70: quella appunto degli anticorpi monoclonali, che hanno rivoluzionato la medicina».
10) La memoria dell’immunità innata. La ricercatrice Yasmine Belkaide ha recentemente scoperto che alcune infezioni (soprattutto intestinali) lasciano un’impronta nel sistema immunitario innato e lo rendono più sensibile a infezioni successive. La scoperta apre la strada a nuove prospettive terapeutiche, confermando che il sistema immunitario ha una memoria e questo spiega per esempio perché alcuni vaccini debbano essere richiamati con somministrazioni successive, oppure perchè in vecchiaia il nostro sistema immunitario cominci ad avere problemi di memoria ammalandosi quindi più spesso.
Leggi l’intervista completa sul Corriere.
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