Le malattie reumatiche, come l’artrite reumatoide, l’artrite psoriasica e le spondiloartriti, il lupus, o la sclerosi sistemica, sono malattie che interessano il sistema immunitario. Come devono comportarsi, dunque, i pazienti che ne sono affetti, quando si parla di vaccini e, più in particolare, di quelli contro il virus SARS-CoV-2?
Le sostanze contenute nei vaccini, infatti, interagiscono con l’organismo umano stimolando proprio il sistema immunitario contro il virus per cui sono progettati. Chi ha una patologia reumatica può accedere alla vaccinazione senza timori oppure il vaccino anti COVID-19 ha delle controindicazioni?
Ne parliamo con il professor Carlo Selmi, Responsabile di Reumatologia e Immunologia Clinica in Humanitas e docente di Humanitas University.
Vaccinazione contro COVID-19: un percorso sicuro
“Le società internazionali di reumatologia, tra cui figura la Società Italiana di Reumatologia (SIR), sono concordi nel rassicurare i propri pazienti: non vi è motivo di pensare che le vaccinazioni contro COVID-19 possano avere controindicazioni o problemi di efficacia per i pazienti reumatici, né che possano comportare il rischio che la patologia reumatica si riattivi, soprattutto se sotto buon controllo al momento della vaccinazione”, spiega il professor Selmi.
Tutti i suggerimenti relativi al vaccino anti COVID-19 per i pazienti affetti da malattie reumatiche, infatti, sono in accordo con le linee guida dell’American College of Rheumatology, rilasciate a febbraio 2021, e con il documento della Società Italiana di Reumatologia, aggiornato anche in questo caso a febbraio 2021.
Le indicazioni generali raccomandano la vaccinazione ai pazienti reumatologici, a meno di note allergie a una o più componenti del vaccino. Al momento non è possibile richiedere una priorità vaccinale per i pazienti affetti da malattie reumatiche e non vi sono preferenze per un vaccino rispetto a un altro: la scelta del vaccino da utilizzare e le priorità vaccinali vengono decise dalle autorità nazionali e regionali competenti.
Vaccini e immunosoppressori: quali interazioni?
I pazienti che stanno assumendo farmaci immunosoppressori per una patologia reumatica, possono vaccinarsi?
“Mi sento di consigliare la vaccinazione a tutti i pazienti affetti da una patologia reumatica, in particolar modo se stanno seguendo terapie immunosoppressive”, prosegue il professore.
I pazienti reumatici che si stanno avviando al percorso vaccinale devono considerare che alcune terapie reumatologiche possono associarsi a una ridotta risposta anticorpale, ma non influenzano la probabilità di effetti collaterali.
Ogni paziente ha una storia clinica propria: è pertanto necessario che, prima della somministrazione del vaccino, si consulti con il proprio reumatologo e con il medico del centro vaccinale. In ogni caso, le indicazioni delle società internazionali di reumatologia prevedono la continuazione della terapia con farmaci quali: i cortisonici a dosaggi inferiori ai 10 mg/die di prednisone, l’idrossiclorochina, la sulfasalazina, l’azatioprina, il micofenolato, il leflunomide, e i farmaci biologici (etanercept, adalimumab, certolizumab, golimumab, infliximab, tocilizumab, sarilumab, secukinumab, ixekizumab, ustekinumab, belimumab).
Si consiglia invece l’interruzione per una settimana dopo ogni dose vaccinale ricevuta di terapie con methotrexate e inibitori di JAK (tofacitinib, baricitinib, upadacitinib, filgotinib); l’interruzione del trattamento con abatacept sottocute una settimana prima della prima dose del vaccino e la ripresa della terapia una settimana dopo la somministrazione (mentre non è necessaria alcuna interruzione in concomitanza della seconda dose vaccina); infine, i pazienti in trattamento con rituximab dovrebbero essere vaccinati almeno 4 settimane prima dell’infusione, attendendo, se l’attività della malattia lo consente, altre 2-4 settimane dopo la seconda dose di vaccino prima di una nuova infusione.
La terapia farmacologica deve essere interrotta prima di sottoporsi a vaccinazione?
“L’interruzione è sempre sconsigliata, salvo l’assunzione di determinati farmaci e la diversa indicazione dello specialista reumatologo. Tra i farmaci a cui porre particolare attenzione figurano i cortisonici glucocorticoidi. I pazienti a cui è stata prescritta una terapia prolungata con questo farmaco possono infatti avere una risposta lievemente inferiore in termini di efficacia a vari vaccini, come quello anti-influenzale. In ogni caso, le società di reumatologia internazionali sono concordi nel ritenere che per il malato reumatico sia meglio vaccinarsi, anche se l’efficacia del vaccino risulta lievemente ridotta”, continua il professore. Nei casi in cui il dosaggio assunto sia superiore ai 10mg di prednisone o dosaggio equivalente di altri farmaci è necessario parlarne con il proprio reumatologo.
Ci sono differenze tra i vaccini contro COVID-19?
La campagna vaccinale contro COVID-19 prevede l’utilizzo di diversi vaccini: tra questi ce n’è qualcuno più indicato degli altri per i pazienti reumatologici?
“Non è mai stato effettuato un confronto diretto tra questi vaccini in termini di efficacia, quindi ipotizzare che possa essercene uno migliore di un altro per popolazioni diverse non è sensato da un un punto di vista scientifico. Per quanto riguarda i pazienti reumatologici, ritengo debbano sottoporsi alla vaccinazione contro COVID-19, invece di rischiare, per contro, di sviluppare la malattia”, conclude il professor Selmi.
“Arrivano i nostri”: il primo podcast di Humanitas dedicato alla vaccinazione anti COVID-19
Humanitas ha realizzato “Arrivano i nostri”, una serie di podcast dedicati ai pazienti per prepararli alla campagna di vaccinazione nazionale anti COVID-19 rispondendo ai dubbi e alle paure grazie alla voce di medici e ricercatori.
Ascolta il podcast con il professor Carlo Selmi:
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