Diabete, infarto, asma fino ad arrivare al tumore al polmone. Uomini e donne sono diversi, anche per quello che riguarda sintomi, andamento clinico e risposte alla cura. Un convegno in Humanitas fa il punto su diagnosi e terapie delle malattie di genere.
Gli organismi maschili e quelli femminili sono molto diversi. Non soltanto dal punto di vista fisiologico, ma anche per ciò che riguarda la sintomatologia legata alle diverse patologie e le eventuali risposte alle cure. Per questo la medicina di genere, ovvero quella che studia e tiene conto proprio di queste diversità, sta diventando sempre più centrale. Ma in cosa consistono queste differenze? E’ il tema al centro del convegno “Nuovi orizzonti della medicina al femminile”, in programma il 12 maggio al Centro congressi Humanitas. Ma perché la medicina al femminile è così importante? Ne abbiamo parlato con il dott. Michele Ciccarelli, responsabile di Medicina Generale e Pneumologia di Humanitas
Perché si parla di medicina al femminile?
Perché il mondo scientifico e medico è sempre più orientato verso la medicina di genere, che tiene conto delle diversità fra uomo e donna in tema di manifestazioni cliniche e risposte alle cure. Questo perché è ormai assodato che una terapia perfetta per l’organismo maschile può non essere adatta per quello femminile. Comprendere questa differenza può essere fondamentale per intervenire nel migliore dei modi.
Perché se ne discute soprattutto negli ultimi tempi?
Fin qui la medicina ha avuto un orientamento prevalentemente androcentrico. Ma è assodato che, al di là di aree specifiche come quella ginecologica e quella senologica, esistono patologie che sono sottostimate, relativamente all’organismo femminile, nell’ambito dell’indagine scientifica. Mi riferisco per esempio ad alcune malattie metaboliche come il diabete che nelle donne hanno peculiarità importanti. Molte patologie, come l’infarto miocardico, per molto tempo sono state studiate solo sugli uomini. Mentre adesso sappiamo i sintomi, nei due sessi, possono essere molto diversi, così come l’andamento clinico e le risposte alle terapie.
Esistono malattie tipicamente femminili presenti anche negli uomini ma sottovalutate?
Certamente sì. E’ il caso dell’osteoporosi, una patologia ritenuta quasi solo femminile che invece colpisce anche gli uomini. Anche se in percentuale di molto inferiore. Anche in questo caso le risposte alle terapie e l’andamento clinico possono differire di molto.
Di cosa si parlerà durante il convegno del 12 maggio?
Parleremo proprio della medicina di genere. Ci sono settori della medicina generale, come per esempio quello delle malattie cardiovascolari, che più di altre possono essere orientate in questo senso. Anche in ambito respiratorio esistono patologie come l’asma che nelle donne hanno caratteristiche molto particolari, e che in momenti come la gravidanza o l’allattamento devono essere curate in modo specifico. Parleremo anche del cancro al polmone, che per lungo tempo è stata considerata una malattia quasi esclusivamente maschile, e che invece negli ultimi anni sta colpendo in modo esponenziale anche la popolazione femminile.
A cura di Daniela Uva
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