Le coronarie sono i vasi arteriosi che portano il sangue al cuore: il loro restringimento provoca dolori al petto, la loro occlusione porta all’infarto. “Il trattamento più efficace nelle varie forme di ischemia miocardica (angina pectoris, infarto miocardico e sindrome coronarica acuta) – spiega la dott.ssa Patrizia Presbitero responsabile dell’Unità Operativa di Emodinamica e Cardiologia Interventistica di Humanitas – è quello interventistico, che prevede la disostruzione della coronaria occlusa attraverso l’angioplastica o lo stent. Questo trattamento, però, nel caso dell’infarto acuto deve essere svolto con rapidità, ossia deve passare pochissimo tempo dall’inizio del dolore alla riapertura del vaso. Occorre dunque che la diagnosi venga fatta tempestivamente, e che il paziente si rivolga ad una struttura in grado di eseguire subito l’intervento: attiva 24 ore su 24 e con operatori esperti”.
L’Emodinamica in Humanitas
L’Unità Operativa di Emodinamica e Cardiologia Interventistica di Humanitas è in grado di assicurare tutti gli esami (coronarografia, ventricolografia sinistra e cateterismo cardiaco sinistro e destro) necessari in emergenza e urgenza per valutare l’opportunità di un intervento di rivascolarizzazione miocardia. Inoltre, dispone delle più moderne attrezzature (oltre alla più tradizionale angioplastica con palloncino, Rotablator, Aterectomia direzionale, Ecografia intracoronarica) e di una vasta gamma di protesi coronariche (stent non ricoperti o ricoperti di farmaci) per poter trattare qualsiasi patologia coronarica. All’Unità Operativa afferiscono pazienti ricoverati prevalentemente dal Pronto Soccorso o trasferiti da altri ospedali. “Un collegamento particolare con la centrale del 118 – spiega la dott.ssa Elena Corrada, cardiologa e aiuto responsabile dell’Unità Coronarica – ci permette di ricevere via telefono, su un monitor dedicato, l’elettrocardiogramma del paziente che gli operatori dell’ambulanza registrano e trasmettono tramite cellulare. In questo modo i tempi di intervento vengono ridotti al minimo: è possibile verificare in tempo reale la disponibilità del posto letto, e portare il paziente direttamente in Emodinamica senza neppure passare dal Triage del Pronto Soccorso”.
La nuova Unità di Cura Coronarica
Dell’Unità Operativa di Emodinamica e Cardiologia Interventistica fa par te l’Unità di Cura Coronarica (UCC), attivata in concomitanza con l’apertura del Pronto Soccorso di Humanitas. “E’ una sorta di Terapia Intensiva Cardiologica – prosegue la dottoressa Presbitero – in grado di fornire ai pazienti sottoposti ad intervento di rivascolarizzazione la sorveglianza e le terapie farmacologiche necessarie. 24 ore su 24 sono presenti un medico e infermieri professionali esperti nella gestione clinica di questi pazienti e nell’utilizzo di una serie di protocolli diagnostici e terapeutici appositamente stilati per il loro trattamento farmacologico”. “L’UCC – spiega ancora la dottoressa Corrada – è costituita da 6 posti letto di degenza, ognuno dei quali dispone di una monitorizzazione completa e continua di elettrocardiogramma in 12 derivazioni, pressione arteriosa, saturazione di ossigeno, e di una serie di parametri aggiuntivi eventualmente necessari in base al quadro clinico del paziente. Il monitoraggio viene registrato 24 ore su 24 in una centralina munita di allarmi e posta sotto la stretta osservazione del personale infermieristico. Siamo in grado di assistere anche pazienti particolarmente gravi (con shock cardiogeno da infarto o da insufficienza cardiaca cronica), che richiedono una monitorizzazione emodinamica più intensiva o supporti meccanici del circolo e della respirazione(contropulsazione aortica e ventilatore meccanico) o sostituitivi della funzione renale (ad esempio l’emodialisi, che può essere praticata in collaborazione con i nefrologi direttamente al letto del paziente)”.
ANGIOPLASTICA: PRESENTE E FUTURO
Angioplastica con palloncino
E’ il trattamento non chirurgico più efficace e diffuso per le ostruzioni coronariche gravi isolate. Consiste nella rimozione dell’occlusione grazie al posizionamento, sotto controllo scopico e con un catetere, di un palloncino gonfiabile che schiaccia l’ostruzione (placca aterosclerotica) contro le pareti del vaso. Il catetere viene inserito con anestesia locale generalmente nell’arteria femorale (che passa nella piega inguinale).
Stent
Soluzione alternativa al palloncino, è una protesi reticolare metallica che, posizionata nel tratto stenotico del vaso, comprime la placca e tiene l’arteria allargata. Il continuo avanzamento tecnologico porta a stent sempre più piccoli, sottili e flessibili, tali da poter essere inseriti facilmente anche in coronarie calcifiche e tortuose.
Sistemi di filtraggio
Simili a reti, vengono fatti passare attraverso l’ostruzione per catturare il materiale trombotico che spesso, dopo la riapertura del vaso in corso di infarto acuto, va ad intasare le piccole arterie periferiche. Questi sistemi vengono utilizzati poco, ma per il futuro rappresentano una strada da percorrere: aumentano infatti l’efficacia dell’angioplastica nell’infarto.
Cellule staminali
Immesse nella coronaria al momento dell’angioplastica nei casi in cui molta parte del muscolo cardiaco è morta (pazienti con infarto molto esteso e che arrivano tardi all’osservazione medica e alla disostruzione del vaso), le cellule staminali aiutano a far crescere il muscolo sano. Seppur a livello sperimentale, in casi selezionati questa tecnica si sta dimostrando efficace.
Di Monica Florianello
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