Quando parliamo di vaccini spesso parliamo anche di allergie: sono molti, infatti, i pazienti che si pongono legittime domande sulla possibilità che un vaccino possa scatenare reazioni immunitarie eccessive in chi presenta già allergie alimentari, alle sostanze inalanti o ai farmaci.
Anche nel caso del vaccino contro COVID-19 sono molti i pazienti che hanno espresso il desiderio di approfondire l’argomento, per poter accedere al programma vaccinale in tutta tranquillità.
Ne parliamo con il professor Enrico Heffler, allergologo in Humanitas e docente di Humanitas University.
I soggetti allergici possono vaccinarsi?
“Molti pazienti allergici hanno questo dubbio, quindi è una domanda a cui è importante rispondere. Le allergie alle sostanze inalanti, come i pollini, gli acari della polvere o le muffe, le allergie alimentari e le allergie da contatto, per esempio con sostanze come i metalli, non rappresentano un fattore di rischio nell’effettuare le vaccinazioni. La maggior parte di questi pazienti può sottoporsi a vaccinazione in totale sicurezza” spiega il prof. Heffler.
Vaccini e terapie allergologiche: quali correlazioni?
I pazienti asmatici, che seguono una terapia per tenere sotto controllo gli episodi allergici, possono vaccinarsi o la terapia può andare a interferire con il vaccino?
“Certo, possono vaccinarsi e devono continuare a seguire la terapia che hanno in atto. È un aspetto molto importante, per esempio per quanto riguarda i pazienti asmatici che seguono una terapia continuativa e che se non adeguatamente curati possono andare incontro a peggioramenti della propria condizione respiratoria. Peggioramenti che possono essere scatenati da banali infezioni, ma anche dalle stesse vaccinazioni, che ripropongono la medesima risposta immune delle infezioni. I pazienti che seguono una terapia, dunque, dovrebbero avere l’accortezza di continuare a curarsi in maniera adeguata, in modo tale potersi vaccinare in assoluta sicurezza.
Per quanto riguarda, poi, quei pazienti che effettuano un’immunoterapia specifica, per esempio la vaccinazione per le allergie, non vi è alcuna controindicazione nell’effettuare questa e altre terapie per le allergie in contemporanea alla vaccinazione contro COVID-19”, approfondisce il dottore.
Allergie ai farmaci e vaccini: chi deve prestare attenzione
Allergie come quelle agli antibiotici, all’aspirina oppure alle statine, possono rappresentare un impedimento alla somministrazione del vaccino?
“Il discorso in questo caso è più complesso e merita un approfondimento. La maggioranza dei pazienti allergici a un farmaco è allergica al suo principio attivo, dunque a quella molecola che ha un’azione farmacologica. I soggetti che presentano questo tipo di allergia non sono esposti a un maggior rischio di reazioni allergiche alla vaccinazione per il virus SARS-CoV-2, né a nessun’altra vaccinazione. Possono invece insorgere dei problemi in quell’esigua minoranza di pazienti che sono allergici a un particolare eccipiente, dunque a quelle sostanze contenute nei farmaci che non ne rappresentano il principio attivo ma che servono per creare la specifica formulazione, per esempio per la compressa, per lo sciroppo, o che sono presenti nel blister o bustina che contiene il farmaco. Per entrare più nello specifico, alcune reazioni allergiche al vaccino anti-COVID-19 sembrano essere state scatenate da una famiglia di eccipienti, i polietilenglicoli”, continua lo specialista.
Durante i primi mesi di somministrazione del vaccino, alcuni pazienti hanno avuto una reazione immunitaria eccessiva, che ha condotto anche allo shock anafilattico. È un’eventualità che i pazienti allergici dovrebbero tenere in considerazione?
“Si tratta di una reazione estremamente rara. I dati relativi alla prima fase di somministrazione a livello mondiale, tra l’inizio di dicembre 2020 e l’inizio di gennaio 2021, indicano che su oltre un milione e ottocentomila somministrazioni, sono stati riscontrati solo ventuno casi di reazioni allergiche, più o meno severe. Questi ventuno casi sono ovviamente da tenere in considerazione e da valutare con attenzione da un punto allergologico, ma si tratta di pazienti con una storia clinica compatibile con allergia al polietilenglicole. Dunque un rischio c’è, ma è minimo e può essere ulteriormente diminuito raccomandando a quei pazienti che hanno sviluppato allergie a farmaci differenti tra loro di seguire un percorso allergologico adeguato.
È necessario valutare prima della vaccinazione quei pazienti che hanno avuto reazioni allergiche a farmaci molto differenti tra loro, come possono essere un antibiotico, un anti-infiammatorio e un protettore dello stomaco. In questo caso, infatti, il problema potrebbe non risiedere nei principi attivi ma in un eccipiente comune”, spiega il professor Heffler.
Come comportarsi in caso di allergia sospetta?
“I pazienti che hanno avuto reazioni allergiche gravi a diversi farmaci ma non hanno effettuato un percorso allergologico di conferma del meccanismo sottostante la reazione allergica sono quelli che necessiterebbero di una valutazione allergologica prima di arrivare al momento della vaccinazione.
Le principali società scientifiche di allergologia italiane, la Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica e l’Associazione degli Allergologi e Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri, hanno stilato un documento comune in cui si rendono disponibili – e dunque rendono disponibili i centri afferenti – per valutare prima della vaccinazione i pazienti che presentano questo sospetto clinico. Anche in Humanitas stiamo lavorando in questa direzione: è stato infatti attuato un percorso di controllo per la popolazione di vaccinandi interni all’ospedale e vorremmo estenderlo in futuro alla popolazione generale”, continua lo specialista.
Come comportarsi in caso di reazione allergica alla vaccinazione anti-COVID-19?
“Come abbiamo detto i numeri sono molto esigui, ma chi dovesse sviluppare una reazione, anche lieve, alla somministrazione del vaccino contro COVID-19, deve darne immediata comunicazione al centro presso cui la vaccinazione è stata effettuata. Per legge, il medico o il centro che ha effettuato la vaccinazione, deve comunicare ogni evento avverso all’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e, nel caso specifico di reazioni allergiche o sospette reazioni allergiche alla prima dose di vaccinazione, è bene che il centro o il medico che ha effettuato la vaccinazione si occupi di inviare il paziente in consulenza allergologica, in modo tale che possa sottoporsi alla seconda dose nel modo più sicuro possibile”, conclude il professor Heffler.
“Arrivano i nostri”: il primo podcast di Humanitas dedicato alla vaccinazione anti COVID-19
Humanitas ha realizzato “Arrivano i nostri”, una serie di podcast dedicati ai pazienti per prepararli alla campagna di vaccinazione nazionale anti COVID-19 rispondendo ai dubbi e alle paure grazie alla voce di medici e ricercatori.
Ascolta l’episodio con il professor Enrico Heffler:
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