Si tratta di una metodica di diagnostica per immagini basata sulla somministrazione di radiofarmaci che risale già agli anni Sessanta. Utilizzata in ambito oncologico ma non solo, la scintigrafia è utile ad esempio per valutare le patologie delle coronarie e della tiroide. Ne parliamo con i professionisti di Humanitas.
Che cos’è la scintigrafia
La scintigrafia è una metodica di diagnostica per immagini che si basa sulla somministrazione di radiofarmaci. Si utilizzano molecole simili a quelle utilizzate nella PET, ma meno specifiche. La macchina (gamma camera) è in grado di effettuare sia immagini planari che tomografiche, cioè tridimensionali.
L’esame, non invasivo e non doloroso, inizia con la somministrazione di un radiofarmaco per via endovenosa e procede, dopo alcune ore, con l’effettuazione dell’esame, che dura circa 20 minuti.
Per la scintigrafia ossea non è richiesto alcun tipo di preparazione, per quella miocardica è richiesto il digiuno e l’eventuale sospensione di alcuni farmaci e per quella tiroidea può essere richiesta la sospensione di alcuni farmaci.
Questi radiofarmaci, chiamati traccianti, non provocano alcuna reazione allergica, per cui non ci sono controindicazioni. E’ solo necessario, nelle ore successive all’esame, non entrare in contatto con bambini e donne in gravidanza.
A che cosa serve
Sono molte le scintigrafie che si possono effettuare: quelle scheletrica, miocardica e tiroidea sono le più frequenti. La prima viene effettuata principalmente in ambito oncologico ed è utile per l’individuazione precoce delle metastasi scheletriche. La scintigrafia miocardica perfusionale serve per la valutazione dei pazienti che presentano delle alterazioni sospette o già diagnosticate a livello delle coronarie. In questo caso la scintigrafia è utile non solo per la diagnosi, ma anche per la valutazione dopo la terapia, ad esempio dopo un’angioplastica. La scintigrafia tiroidea è molto importante per la valutazione delle patologie tiroidee, sia di tipo infiammatorio che di tipo nodulare. Esistono poi altri tipi di scintigrafie, ad esempio quella dei recettori per la somatostatina, importante per la valutazione dei tumori a endocrini.
Recenti sviluppi e prospettive future
Anche se nell’ultimo decennio l’avvento della PET ha consentito di ottenere immagini migliori, scintigrafia e PET continuano a convivere e, nell’immediato futuro, la scintigrafia non verrà totalmente soppiantata dalla PET. Questo per una questione di affidabilità della metodica della scintigrafia, che è conosciuta e utilizzata da molti anni. Ma esiste anche un problema di costi: se è vero che tutte le scintigrafie che si effettuano possono, o potranno, essere svolte anche con un tracciante PET, è altrettanto vero che i costi della PET sono di gran lunga superiori. In futuro ci si può comunque aspettare che la PET sostituisca quasi completamente la scintigrafia, ma ci vorranno degli anni.
A cura di Elena Villa
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