Molti pazienti sottoposti a Risonanza soffrono di claustrofobia. Arriva in Humanitas un’apparecchiatura aperta e quindi più confortevole.
In Humanitas, a Milano, è attiva la Risonanza Magnetica aperta, con indubbi benefici di comfort per i pazienti claustrofobici o con “effetto claustrofobico”, quasi il 10 per cento del totale. E con il duplice vantaggio di permettere l’esecuzione di alcune strutture anatomiche come il polso con effetti superiori rispetto alla RMN tradizionale. Ma attenzione: non può essere l’unica attrezzatura a disposizione, piuttosto deve essere inserita in un “parco-macchine” che deve necessariamente comprendere anche la Risonanza tradizionale. Non a caso Humanitas ne ha già quattro, alcune chiuse e altre medio-aperte, arrivando a cinque con quella aperta. Perché avere più attrezzature è la scelta ottimale? E quali sono i benefici per il paziente della Risonanza aperta? Ne parliamo con il dottor Luca Balzarini, responsabile di Radiologia Diagnostica in Humanitas.
Dottor Balzarini, che cos’è la Risonanza Magnetica?
“La Risonanza Magnetica è una tecnica di diagnostica per immagini utilizzata a partire dagli inizi degli anni ’80. Nata come metodica spettrometrica utilizzata dai biochimici, è stata applicata in campo diagnostico, prevalentemente nel settore neurologico, per indagare sulle patologie dell’encefalo e del midollo spinale; in seguito la sua applicazione si è estesa a tutte le sedi anatomiche e alle diverse patologie.
E’ una tecnica multiplanare, che acquisisce direttamente le immagini in tre dimensioni e che sfrutta processi biochimici. La ricostruzione delle immagini è in funzione del legame biochimico delle molecole, basandosi sulla struttura della materia. Questo comporta un’altissima risoluzione di contrasto delle immagini, che consente di cogliere formazioni anatomiche strutturalmente diverse, ad esempio il muscolo e il tendine, la cartilagine e l’osso. In questo modo diventa possibile rappresentare strutture completamente diverse sulla stessa immagine, contrariamente a quanto avviene con la TAC”.
A cosa serve?
“La Risonanza Magnetica viene utilizzata in moltissimi campi: in ambito neurologico, neurochirurgico, traumatologico, oncologico, ortopedico, cardiologico, gastroenterologico. Questo esame è più utile della TAC nella patologia muscolo-scheletrica e in ambito neurologico, per lo studio dell’encefalo e del midollo spinale. In altri ambiti clinici, come nel caso della epatologia la RM è da considerare complementare alla TAC.
Le uniche controindicazioni assolute sono relative ai pazienti portatori di pacemaker o di clips vascolari cerebrali”.
Quali sono i benefici della Risonanza Magnetica aperta per il paziente?
“La Risonanza aperta è una attrezzatura che ha come obiettivo quello di ridurre l’impatto claustrofobico in pazienti affetti da claustrofobia vera e propria, che sono circa il 3-4 per cento e che rifiutano l’esame, o altri che soffrono l’ambiente chiuso e immobile per il tempo piuttosto lungo di esecuzione dell’esame anche se non sempre si tratta di persone claustrofobiche. Questi entrano nella Risonanza, ma non riescono a portare a termine l’esame. La percentuale di pazienti in cui non si riesce ad eseguirla si alza, quindi, toccando il 10 per cento”.
Come è migliorato il comfort per evitare l’effetto claustrofobico?
“Innanzitutto la Risonanza aperta non è più una ‘lavatrice’ con un buco in cui viene fatto entrare il paziente, ma è strutturata ‘a sandwich’ con le due porzioni del magnete che stanno sopra e sotto il paziente ed aperta ai lati. Inoltre, permette di modificare l’ambiente circostante. Nelle problematiche relative all’effetto claustrofobico, infatti, si è notato che anche ciò che circonda il paziente conta nel ridurre l’impatto dell’esame. Ecco, quindi, che la Risonanza aperta condiziona anche quello che gli sta intorno. La stanza, quindi, è grande e non angusta e l’illuminazione è rivoluzionata, non solo con una buona presenza di fonti di luce, ma anche per la possibilità offerta al paziente di scegliere il ‘se e come’ ovvero le sfumature e il tono di luce che preferisce e modificarli in corso di esame con un touch screen inserito all’interno del magnete”.
Perché la Risonanza Magnetica non può essere l’unica scelta?
“La Risonanza aperta non consente di eseguire tutti gli esami. Per questo non può essere né la prima né l’unica scelta, ma un completamento di una storia, proprio come ha fatto Humanitas, che non se ne è dotata immediatamente e in cui sono presenti già altre quattro Risonanze innovative, alcune ad alto campo con 3 Tesla, altre più basso con 1 Tesla, alcune chiuse, altre medio- aperte con una geometria che riduce l’effetto claustrofobico e che consente esami particolari, fino alla Risonanza aperta vera e propria”.
Ma la Risonanza aperta consente anche esami non eseguibili con quella tradizionale, giusto?
“Esatto. Avere una Risonanza aperta, infatti, non significa eseguire esami solo per i pazienti claustrofobici. Per come è studiata e disegnata paradossalmente consente di ottenere risultati migliori rispetto alla Risonanza tradizionale, nonostante questa abbia un campo magnetico più alto, per sedi anatomiche particolari come il polso, che ha una struttura piccola ed è difficile da posizionare in una RMN tradizionale. La qualità dell’immagine favorita dall’alto campo, quindi, non sempre è la soluzione migliore e per questo avere più opzioni di scelta come in Humanitas consente al medico di individuare la soluzione ottimale per il paziente”.
A cura di Lucrezia Zaccaria
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