Le persone affette da malattie del sangue, come le leucemie e le mielodisplasie, hanno un sistema immunitario particolarmente debilitato, sia a causa della patologia, sia per via delle terapie a cui sono sottoposti. La pandemia COVID-19 ha messo a dura prova i malati ematologici e il vaccino contro il virus SARS-CoV- 2 può essere un prezioso alleato per questi pazienti.
Ma le persone affette da patologie ematologiche possono accedere alle vaccinazioni in tutta sicurezza o queste presentano qualche fattore di rischio?
Ne parliamo con il professor Matteo Della Porta, responsabile di sezione Leucemie e Mielodisplasie in Humanitas e docente di Humanitas University.
Vaccino contro COVID-19: nessuna controindicazione per i pazienti ematologici
“Abbiamo a disposizione i dati di uno studio italiano uscito su Lancet Haematology, condotto sul territorio nazionale, per valutare il rischio di complicanze in corso di infezioni sintomatiche da COVID-19 nei pazienti ematologici. Questi dati indicano che il paziente ematologico ha un rischio elevato di sviluppare complicanze in corso di un’infezione sintomatica da COVID-19 e, dunque, è un paziente che, ancora più di altri, necessita protezione.
In questo senso ritengo che i pazienti ematologici debbano seguire le raccomandazioni fornite dalle società scientifiche e dal Ministero della Salute rispetto alle campagne vaccinali: non vi è nessuna controindicazione che impedisca a questi pazienti di sottoporsi ai vaccini raccomandati dal piano sanitario nazionale. Inoltre, le società scientifiche di riferimento a livello europeo per i pazienti fragili – e, tra queste, anche le società scientifiche di ematologia – hanno scritto congiuntamente ai Ministri della Salute per dare priorità ai pazienti fragili (tra cui i pazienti ematologici) nella somministrazione del vaccino contro COVID-19”, spiega il professor Della Porta.
Il vaccino contro COVID-19 è utile anche per le persone immunocompromesse
In rete sono state diffuse notizie secondo le quali le persone con malattie del sangue siano troppo immunocompromesse per sviluppare difese efficaci contro COVID-19 e che, quindi, sia inutile che si sottopongano al vaccino.
“È chiaro che, nei confronti di un nuovo vaccino, si debbano accumulare dati per capire qual è la risposta immunitaria in termini di quantità e durata, in particolare nei pazienti immunocompromessi”, approfondisce lo specialista. “Però porterei come esempio il vaccino stagionale anti-influenzale, che nei pazienti ematologici si è rivelato uno strumento molto utile in termini protettivi contro l’influenza. Non c’è dunque alcun motivo di pensare che questo non si verifichi anche nel caso del vaccino contro COVID-19”.
Vaccinazione: fondamentale per i familiari dei pazienti ematologici
Familiari e conviventi dei pazienti ematologici devono vaccinarsi o possono astenersi?
“In ambito ematologico abbiamo sempre educato i familiari – soprattutto conviventi – dei pazienti ematologici a seguire le regole di vaccinazione dei pazienti stessi. L’idea è quella di creare attorno al malato una micro-comunità, un micro-gregge immune dai pericoli di infezioni potenzialmente dannose per il paziente. Dobbiamo ribadire questo concetto anche per quanto riguarda il vaccino contro COVID-19: è un dovere morale, oltre che un’azione molto utile, vaccinare i familiari e in particolar modo i conviventi dei nostri pazienti ematologici”, conclude il professor Della Porta.
“Arrivano i nostri”: il primo podcast di Humanitas dedicato alla vaccinazione anti COVID-19
Humanitas ha realizzato “Arrivano i nostri”, una serie di podcast dedicati ai pazienti per prepararli alla campagna di vaccinazione nazionale anti COVID-19 rispondendo ai dubbi e alle paure grazie alla voce di medici e ricercatori.
Il podcast con il professor Matteo Della Porta è disponibile su Spotify e su Spreaker:
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