È stato pubblicato il Rapporto Scientifico 2014-2015 di Humanitas che, attraverso la viva voce dei protagonisti dell’attività clinica e scientifica, testimonia la risposta di Humanitas alle sfide della Medicina moderna, illustrando le principali aree di ricerca dell’ospedale, con una visione di prospettiva sul futuro. A questo si aggiunge il report annuale, che dimostra laqualità e quantità del lavoro dei ricercatori dell’ospedale.
Che cos’è il rapporto scientifico?
“Il Rapporto Scientifico testimonia la risposta di Humanitas alle sfide della Medicina moderna. Una risposta che, di anno in anno, evolve adattandosi alle novità della Ricerca e alle esigenze dell’assistenza – spiega il prof. Alberto Mantovani, Direttore Scientifico dell’ospedale e docente di Humanitas University -. Possiamo rappresentare la nostra attività come un edificio che si fonda su quattro grandi pilastri, corrispondenti ad altrettante risposte, ovvero modi di affrontare malattie che maggiormente hanno impatto sulla salute dell’uomo e sulla durata della sua vita: il cancro, le patologie cardiovascolari, del sistema nervoso centrale e osteoarticolari. Malattie molto diverse e distanti fra loro ma accomunate dalla relazione con il sistema immunitario, che difende il nostro organismo. Tuttavia, i pilastri da soli non sono sufficienti per costruire l’intero ed imponente edificio della Ricerca: sono necessarie molte altre attività ed ambiti di studio, anche distanti e diversi da quelle che abbiamo identificato come fondanti, essenziali per completare l’edificio e mantenerne la stabilità. Elementi di supporto e complemento che, nel loro insieme, sono utili non solo alla comunità scientifica ma a tutta la società”.
Nel 2014, come negli anni precedenti, la produzione scientifica di Humanitas ha continuato a crescere in qualità raggiungendo livelli molto elevati, come dimostrano gli indici bibliometrici: oltre 3.000 punti di Impact Factor, ai primi posti tra gli IRCCS per produzione scientifica, con particolare attenzione al sistema immunitario. Quest’ultimo è cruciale per la ricerca medica contemporanea a causa del forte impatto in diverse aree cliniche, dai tumori alle malattie cardiovascolari, infiammatorie o autoimmuni.
La valutazione della produzione scientifica effettuata nel 2014 da SCImago Research Group, che ogni anno analizza le pubblicazioni di quasi 5.000 centri di ricerca, pone Humanitas fra i migliori centri al mondo: per l’indicatore “Excellence Rank” relativo alle pubblicazioni scientifiche, l’IRCCS di Rozzano si posiziona tra i top 10% nel mondo (315° su 4.849 istituti) e in Europa Occidentale (141° su 1.535 centri), fra i top 5% in Italia (8° su 163).
Quali risultati sono stati raggiunti?
“SCImago – prosegue il prof. Mantovani – ha premiato la qualità delle nostre pubblicazioni, su riviste ad alto livello (dal New England Journal of Medicine a Lancet Oncology, da Immunity a Cell) e delle nostre ricerche che stanno segnando importanti passi in avanti per la cura in ambito oncologico, gastroenterologico, cardiologico e delle neuroscienze”. Ad esempio le ricerche su una molecola dell’immunità, PTX3, scoperta anni fa dal team del Prof. Mantovani, che recentemente è stato dimostrato essere un oncosoppressore: frena la crescita del tumore tenendo sotto controllo la risposta infiammatoria (Cell 2015; 160:700-714: PTX3 Is an Extrinsic Oncosuppressor Regulating Complement Dependent Inflammation in Cancer). “Le nostre ricerche hanno evidenziato che in alcuni tumori (colon, pelle e un tipo di sarcomi) – prosegue Mantovani – PTX3 viene come ‘spenta‘ precocemente, quando il tumore ancora allo stadio di formazione benigna, per esempio come un adenoma che costituisce i tipici polipi del colon. Questo spegnimento permette l’evoluzione della malattia verso la malignità, perché toglie i freni a una cascata di mediatori dell’infiammazione detta complemento”. Importanti passi avanti sono stati fatti anche nella cura del cancro del fegato e del polmone, grazie alla partecipazione attiva studi internazionali e alle ricerche del team del dott. Armando Santoro: la scoperta delle alterazioni genetiche e delle firme molecolari dei tumori ha permesso di mirare meglio le cure. In ambito gastroenterologico, inoltre, in particolare nelle malattie infiammatorie intestinali (Crohn e rettocolite ulcerosa) e nella cirrosi biliare primitiva: chiarire i meccanismi all’origine dell’infiammazione ha portato a nuove terapie.
Dal laboratorio ai pazienti, rapidamente
“Un altro aspetto fondamentale della nostra Ricerca, che emerge nel Rapporto Scientifico – prosegue Mantovani – è la stretta integrazione con l’assistenza clinica e la formazione, che ci permette di offrire ai nostri pazienti le cure migliori possibili. Un’integrazione che, grazie alla collaborazione con le più prestigiose istituzioni scientifiche di tutto il mondo, assume un respiro internazionale“.
Oltre 250 ricercatori provenienti da 16 Paesi di 4 continenti lavorano presso il Centro di Ricerca e Didattica universitaria di Humanitas, pienamente integrato con l’ospedale, utilizzando tecnologie d’avanguardia. Il gruppo opera in stretta collaborazione con gli oltre 650 medici dell’ospedale, per facilitare l’applicazione diretta nell’ambito dell’assistenza medica delle scoperte più recenti, attraverso un pro cesso sistematico e continuo di innovazione.
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