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Diagnosi precoce del tumore al polmone, i risultati degli studi Dante e Mild

Diagnosi precoce del tumore al polmone, se n’è parlato durante il convegno “Tumore al polmone: dallo screening radiologico al bio-screening. I risultati degli studi Dante e Mild“, organizzato dalla Lega per la Lotta contro i Tumori di Milano e svoltosi il 27 maggio scorso presso il Teatrino della Fondazione Bracco. Lo studio DANTE, coordinato dal dott. Maurizio Infante, responsabile della Sezione di Ricerca Clinica in Oncologia Toracica di Humanitas, ha preso il via nel 2001 coinvolgendo circa 2500 fumatori di sesso maschile con età compresa tra i 60 e i 74 anni, e si è basato sull’utilizzo della TAC Spirale e di test di biologia molecolare sull’espettorato.

Fumo e tumore polmone, quale relazione?

Nonostante la percentuale di sopravvivenza a 5 anni fra i malati di tumore del polmone sia lievemente aumentata negli ultimi 20 anni, passando dal 10 al 14 % negli uomini e dal 12 al 18% nelle donne (dati Associazione Italiana dei Registri Tumori), questa patologia resta la principale causa di morte per neoplasia maligna nel mondo occidentale. “Il principale fattore di rischio per l’insorgenza del carcinoma polmonare – spiega il dott. Marco Alloisio, presidente LILT Milano e coordinatore delle Chirurgie Specialistiche di Humanitas Cancer Center – è rappresentato dalle sigarette. Al fumo è possibile ascrivere l’85-90% di tutti i tumori polmonari, un rischio che cresce con la quantità di sigarette fumate e con la durata dell’abitudine al fumo”. “Auspicabile, a tale scopo, un intervento dello Stato – dice la dott.ssa Roberta Pacifici, direttore dell’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità. – Purtroppo in Italia il numero di fumatori è ancora alto. Sono necessarie politiche di educazione nelle scuole, aumenti di prezzo e rendere più difficile l’accesso delle sigarette ai minori, aumentando i controlli ed eliminando i distributori automatici”.

Diagnosi precoce, perché è così importante?

Al momento della diagnosi il 70% dei pazienti si presenta già inoperabile e le possibilità di guarigione sono esigue per i casi in stato avanzato. Per ridurre la mortalità causata da questa neoplasia si è pensato di incrementare le attività di diagnosi precoce, come già fatto per altre tipologie tumorali. In questo contesto nasce lo studio DANTE (Diagnostica Avanzata per lo screening delle Neoplasie polmonari con Tac e biologia MolecolarE), finanziato dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Milano, che costituisce anche il primo studio controllato in Europa a mettere in atto un confronto interno tra la diagnosi precoce e la pratica usuale corrente (andare dal medico di base dopo i primi sintomi).

Secondo quali modalità si è svolto lo studio DANTE?

Lo studio DANTE, coordinato dal dottor Maurizio Infante, responsabile della Sezione di Ricerca Clinica in Oncologia Toracica di Humanitas, ha preso il via nel 2001 con lo scopo di verificare se l’applicazione su larga scala dei testi diagnostici potesse aiutare a ridurre la mortalità per carcinoma del polmone. Lo studio, che ha coinvolto circa 2.500 forti fumatori di sesso maschile con un’età compresa tra i 60 e i 74 anni di età, si è basato in particolare sull’utilizzo della TAC Spirale e di test di biologia molecolare sull’espettorato e ha messo in evidenza come ancora oggi non esistano prove sufficienti per raccomandare questi strumenti come procedure di screening di routine nei forti fumatori. Ci sono infatti tumori che si comportano in maniera anomala, sia neoplasie molto aggressive sia neoplasie indolenti o a crescita lenta; per questo tipo di tumori sono allo studio algoritmi diagnostici/terapeutici per bilanciare gli effetti a volte negativi delle terapie rispetto alla scarsa aggressività della malattia, riducendo al minimo i fenomeni della sovradiagnosi e la percentuale di procedure chirurgiche inutili. Diventa allora necessario lavorare per restringere il campo dei soggetti da sottoporre allo screening tramite la TAC spirale.

Studio MILD, secondo quali modalità si è svolto e quali aspetti ha messo in evidenza?

Lo studio MILD (Multicenter Italian Lung Detection), iniziato circa 10 anni fa, non ha rilevato differenze statisticamente significative in termini di riduzione di mortalità tra i soggetti sottoposti alla TAC annualmente e quelli che hanno effettuato la TAC con cadenza biennale. Lo studio bioMILD, iniziato nel 2013, amplia la prospettiva di DANTE inserendo le MicroRNA signatures nei tessuti e nel plasma con valore predittivo, diagnostico e prognostico dei tumori del polmone scoperti con la TAC spirale. Di queste piccole molecole ne sono state individuate una ventina specifiche per il tumore polmonare che sono una “firmamolecolare del cancro del polmone. Rimangono aperte alcune questioni sulle quali i numerosi studi randomizzati ancora in corso dovrebbero a breve dare una risposta. Di grande importanza sarebbe individuare la popolazionetarget” da sottoporre a screening e con essa definire il rischio individuale di cancro polmonare, con l’obiettivo di selezionare i soggetti a rischio più elevato definendo anche il ruolo della misurazione di bio-marcatori precoci. Altre domande non hanno ancora ricevuto una risposta definitiva. Non è ancora chiaro quale sia il protocollo ottimale per la conduzione dello screening (età, intervallo tra i passaggi di screening, efficacia nei fumatori correnti ed ex fumatori). Non si sa ancora quale sia la dimensione del fenomeno della sovradiagnosi, la modalità ottimale di gestione dei noduli polmonari sospetti, il rapporto costo-efficacia delle procedure di screening e degli eventi correlati e il valore aggiunto delle procedure di screening sulle politiche di prevenzione primaria e di cessazione del fumo. Il futuro immediato sembra quindi la selezione di soggetti a rischio mediante la misurazione di bio-marcatori precoci aventi un ruolo importante nella definizione del rischio di carcinoma polmonare e la ricerca di composti volatili nel condensato dell’espirato.

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