Ricerca sul cancro, la dott.ssa Francesca Ficara è tra i dodici ricercatori under 40 premiati da AIRC e Fondazione Cariplo. Il finanziamento le consentirà di proseguire i suoi studi sui meccanismi alla base delle malattie mieloproliferative croniche PH negative, tumori del sangue relativamente rari. La dott.ssa Ficara studierà il possibile collegamento con le alterazioni nell’espressione del gene PBX1, con l’obiettivo di individuare nuovi bersagli terapeutici.
Quale riconoscimento ha ottenuto?
Il progetto di Francesca Ficara, ricercatrice di Fondazione Humanitas per la Ricerca, è tra i dodici che si sono aggiudicati il bando TRIDEO (TRansforming IDEas in Oncological research award), lanciato lo scorso anno da Fondazione Cariplo e AIRC, (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro): un finanziamento di oltre un milione di euro a sostegno di idee in grado di portare nuovi contributi alla ricerca oncologica.
Qual è il focus del progetto di ricerca?
Con questo studio Francesca Ficara sta approfondendo la patogenesi della malattie mieloproliferative croniche, in particolare quelle negative per il cromosoma Philadelphia, tra cui mielofibrosi idiopatica, policitemia vera e trombocitemia essenziale. Sono tumori del sangue relativamente rari, accomunati dalla mutazione del gene JAK2 in un’alta percentuale di pazienti. Nonostante siano da poco disponibili farmaci inibitori di questa proteina, i risultati sono spesso variabili, oppure si sviluppano meccanismi di resistenza o recidive. Tale mutazione non è sufficiente a spiegare l’eterogeneità di queste malattie, e l’ipotesi è che alterazioni nei livelli di altre proteine intervengano nello stabilirsi del clone leucemico. I sospetti della dottoressa Ficara si sono quindi concentrati su PBX1, un gene fondamentale delle cellule staminali del sangue, coinvolto in traslocazioni cromosomiche che danno origine a leucemie infantili di tipo B.
Come nasce l’interesse per questo ambito di ricerca?
“I miei primi studi si sono focalizzati sulle cellule staminali del sangue di pazienti affetti da immunodeficienze primarie – spiega la dott.ssa Ficara. – Nel periodo del post-dottorato all’Università di Standford, in California, mi sono dedicata all’approfondimento del proto-oncogene PBX1 nel sistema emopoietico e in particolare nelle cellule staminali del sangue, e ho iniziato a occuparmi di cellule staminali leucemiche“. Tornata in Italia, la dott.ssa Ficara ha iniziato a lavorare nei laboratori del CNR presso Fondazione Humanitas per la Ricerca, e ha continuato a occuparsi di cellule staminali e di PBX1, anche grazie a un finanziamento del Ministero della Salute. Ora, grazie ad Airc, studierà il possibile collegamento tra alterazioni nell’espressione di questo gene e l’insorgenza di malattie mieloproliferative.
Quali sono le difficoltà per chi si occupa di ricerca?
“Le maggiori difficoltà per chi si occupa di ricerca sono legate alle peculiarità di questa professione – commenta la dott.ssa Ficara. – Le ipotesi possono non essere confermate, o dare luogo a risultati inattesi, che dopo tanto lavoro costringono a cambiare punto di partenza. Per non lasciarsi abbattere ci vuole pazienza, dedizione e la continua speranza di contribuire allo sviluppo di nuove cure”.
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