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Tumore al seno triplo negativo, un test del sangue per predirne l’evoluzione

Tumore al seno triplo negativo, i biomarcatori potrebbero aprire la strada a importanti cambiamenti nel trattamento di questa neoplasia. Nuove prospettive vengono da uno studio coordinato dal dott. Libero Santarpia, medico ricercatore presso il Cancer Center di Humanitas, pubblicato su Clinical Cancer Research e supportato da AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro).

 

 

Che cos’è il tumore della mammella triplo negativo?

“Il triplo negativo è così definito perché la parete delle cellule tumorali non presenta recettori per l’estrogeno, il progesterone e l’Her2, caratteristica che le rende inattaccabili con le terapie target standard (ormonterapia e terapie anti-Her2). Pertanto, mentre per alcuni tipi di carcinoma mammario esistono terapie farmacologiche mirate in grado di debellare o rallentare in modo importante il decorso della malattia, per il triplo-negativo, ad oggi, non è stata identificata una terapia specifica. Inoltre per questi tumori non esistono fattori prognostici affidabili, aspetto che rende difficile la pianificazione di una terapia medica efficace. Le pazienti cui viene diagnosticato questo tipo di tumore vengono trattate quasi esclusivamente con associazione di farmaci chemioterapici, con risultati molto variabili. Va però specificato che questi carcinomi non sono tutti uguali. In base alle caratteristiche biologiche, vengono suddivisi in diversi sottotipi. Il tipo basale è indubbiamente il più aggressivo, caratterizzato da recidive precoci, metastasi a distanza e una prognosi spesso sfavorevole”.

 

È possibile prevedere l’evoluzione del carcinoma mammario di tipo basale?

“Purtroppo l’evoluzione del tipo basale è piuttosto imprevedibile. A differenza degli altri tumori al seno, grandezza del tumore, indici proliferativi e altri fattori prognostici non danno indicazioni utili relative a definire suoi futuri sviluppi. Il nostro sforzo è stato proprio quello di trovare indicatori più affidabili”.

 

Quali aspetti ha messo in luce questo studio?

Questo studio, realizzato in collaborazione con diversi gruppi internazionali e condotto su 110 donne con tumore al seno triplo negativo di tipo basale, ha permesso di identificare nel sangue delle pazienti la presenza di marcatori molecolari (microRNA) in grado di predire in modo sensibile l’evoluzione di questo carcinoma. Se i risultati saranno confermati da un secondo test genomico, già in fase di attivazione e a più ampio raggio, sarà possibile avere importanti informazioni riguardo l’evoluzione della malattia.

 

Quali saranno i vantaggi per le pazienti?

“Lo studio di questi biomarcatori potrà orientare il medico nella scelta dell’approccio terapeutico più adatto per ogni singolo paziente, ad esempio suggerendo l’opportunità di effettuare follow up più ravvicinati, esami diagnostici più frequenti e, soprattutto, trattamenti farmacologici alternativi e personalizzati all’interno di clincal trials. Parallelamente allo sviluppo del test ci siamo infatti attivati per comprendere le funzioni biologiche di questi biomarcatori. La ricerca di questi marcatori molecolari si basa su un test relativamente semplice da effettuare sul sangue del paziente e non comporta quindi tecniche diagnostiche o procedure di tipo invasivo. È senz’altro un ottimo esempio di ricerca clinico-traslazionale, dato che porta l’innovazione scientifica direttamente al letto delle pazienti”.

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