Negli ultimi anni, il termine “workaholism” è diventato sempre più frequente per descrivere una condizione in cui il lavoro prende il sopravvento sulla vita di una persona, trasformandosi in una vera e propria dipendenza. Così come si può sviluppare una dipendenza da sostanze, è possibile che anche il lavoro diventi uno strumento per sfuggire alle difficoltà e regolare le emozioni negative. Tuttavia, dedicare al lavoro la maggior parte delle proprie energie e tempo rischia di compromettere l’equilibrio personale e sociale, con effetti dannosi sia a livello fisico che mentale.
Ne parliamo con il dottor Andrea Catena, psicologo e psicoterapeuta di Humanitas PsicoCare.
Cos’è il workaholism e quali sono le cause
Il workaholism, o dipendenza dal lavoro, si manifesta come una forma di compulsione che porta a dedicare in modo eccessivo il proprio tempo e le proprie energie all’attività lavorativa, fino a compromettere il benessere personale e le relazioni sociali. È una forma di dipendenza comportamentale simile a quella da sostanze, dove il lavoro viene utilizzato per regolare e nascondere emozioni negative. La condizione, pur non riconosciuta formalmente come disturbo psicopatologico, è una sindrome con sintomi specifici che tende a intensificarsi nel tempo, intaccando la qualità della vita e il funzionamento quotidiano della persona.
Le cause che portano alla dipendenza dal lavoro possono essere diverse. Esistono fattori sociali e culturali che incoraggiano l’iperproduttività come segno di successo e validità personale, in particolare nelle società occidentali. In culture in cui l’abnegazione al lavoro è considerata un valore, come in Giappone, il fenomeno è oggetto di studio per i rischi di salute che comporta. A livello psicologico, caratteristiche come il perfezionismo, la bassa autostima o una rigidità cognitiva favoriscono l’iperinvestimento nel lavoro. Inoltre, un ambiente familiare che enfatizza la dedizione assoluta al lavoro può contribuire a formare questa predisposizione.
Anche fattori neurobiologici possono influire: si ipotizza un coinvolgimento del sistema della dopamina, il neurotrasmettitore legato alla ricompensa e alla soddisfazione, che può portare alcune persone a cercare continuamente nel lavoro una gratificazione che non riescono a ottenere altrove.
I sintomi del workaholism
La dipendenza dal lavoro può manifestarsi attraverso una gamma di sintomi psicologici e fisici. I sintomi psicologici includono un costante stato di allerta, ansia e pensieri ossessivi legati al lavoro, mentre tra quelli comportamentali spiccano la tendenza a superare sistematicamente le ore di lavoro e a trascurare il tempo per sé e per gli altri. Sul piano fisico, le persone con workaholism possono sperimentare sintomi somatici come tensioni muscolari, frequenti mal di testa, disturbi del sonno e problemi gastrointestinali.
Con il tempo, il workaholism può portare a livelli elevati di stress, che si riflettono in irritabilità e scatti di rabbia, compromettendo le relazioni con i colleghi e in ambito familiare. Questi sintomi rappresentano segnali importanti che non devono essere ignorati e indicano un bisogno di intervento.
Come gestire e curare il workaholism
Riconoscere la dipendenza dal lavoro è il primo passo per poterla affrontare. La psicoterapia è il metodo più efficace per la gestione del workaholism, poiché consente di individuare e lavorare sulle radici psicologiche della dipendenza e delle emozioni negative che essa nasconde. Ogni percorso di recupero è soggettivo, poiché si basa sulla storia e sul vissuto personale della persona, e mira a ristabilire un equilibrio tra vita lavorativa e vita personale, favorendo il benessere generale.
Anche l’adozione di alcune pratiche comportamentali può essere utile per ridurre la compulsione al lavoro. Definire dei limiti orari, riservare tempo a hobby e attività ricreative, e promuovere uno stile di vita sano sono tutte strategie efficaci. Infine, il supporto familiare e sociale è cruciale per aiutare la persona a superare la dipendenza, restituendole una prospettiva di vita più bilanciata e meno incentrata sul lavoro.
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