Un gruppo congiunto di ricercatori di Humanitas e dell’Università del Piemonte Orientale ha identificato un nuovo meccanismo che collega le alterazioni del metabolismo del colesterolo alla progressione del cancro e alla risposta immunitaria, con potenziali implicazioni per la prevenzione e le terapie antitumorali.
Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Cancer Discovery, mostra in particolare come diversi tumori alterino il metabolismo epatico del colesterolo, aumentando il suo livello nel sangue, e come questo aumento del colesterolo si traduca a sua volta in una soppressione della risposta immunitaria, che favorisce poi la crescita e la diffusione del cancro.
Lo studio è stato guidato da Antonio Sica, responsabile del laboratorio di Immunometabolismo e Tumori presso IRCCS Istituto Clinico Humanitas e professore ordinario presso l’Università del Piemonte Orientale.
Il gruppo di ricercatori ha inoltre identificato la proteina – il fattore di trascrizione RORγ – che collega i due fenomeni: RORγ funziona come un sensore in grado di rilevare i livelli elevati di colesterolo e stimolare di conseguenza la produzione di cellule immunosoppressive, che ostacolano la risposta antitumorale dell’organismo.
“Un aspetto particolarmente rilevante della scoperta è che i farmaci usati abitualmente per il trattamento dell’ipercolesterolemia sono in grado di migliorare l’efficacia dell’immunoterapia oncologica, almeno nei modelli sperimentali del tumore,” spiega Antonio Sica. “Questo risultato apre nuove prospettive per l’ottimizzazione delle terapie contro il cancro, in particolare per quei pazienti che sviluppano resistenza ai trattamenti immunoterapici.”
Questi risultati rafforzano l’idea che il metabolismo lipidico e il sistema immunitario siano profondamente interconnessi. Comprendere questi legami ci permetterà di identificare nuovi bersagli terapeutici e strategie più efficaci per potenziare la risposta immunitaria contro il cancro, ma apre anche nuove prospettive per la prevenzione. L’alterazione del metabolismo del colesterolo potrebbe infatti rappresentare un fattore di rischio da monitorare con maggiore attenzione: strategie per il controllo dei livelli lipidici potrebbero contribuire non solo alla salute cardiovascolare, ma anche alla riduzione del rischio di sviluppare tumori. L’identificazione di biomarcatori legati al colesterolo potrebbe quindi favorire diagnosi più precoci e interventi preventivi mirati.
“Scoprire che un farmaco già disponibile per l’ipercolesterolemia possa migliorare l’efficacia dell’immunoterapia oncologica è un risultato rilevante, ad alto potenziale traslazionale,” conclude Sica. “Questa ricerca apre nuove opportunità per integrare strategie metaboliche e immunologiche nella lotta ai tumori, offrendo nuove speranze ai pazienti e prospettive innovative per la medicina di precisione.”
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