Il prolasso rettale è lo scivolamento della parte finale dell’intestino crasso (il retto) verso l’ano; può essere interno (associato a rettocele e a intussuscezione) o esterno (e cioè protrudente dall’ano). Questa patologia si manifesta con un disturbo che può avere un impatto molto negativo sulla qualità della vita di chi ne viene colpito e spesso può essere associato con prolasso di altri organi della pelvi (utero, vescica) rappresentando un prolasso multicompartimentale del pavimento pelvico.
Grazie a trattamenti, conservativi o chirurgici, in base al livello di gravità del problema misurato come peggioramento della qualità di vita, è però possibile trattare i prolassi migliorando la qualità di vita.
Ne parliamo con il dottor Gabriele Naldini, specialista dell’Unità operativa di Chirurgia del Colon e del Retto, diretta dal Professor Antonino Spinelli.
Prolasso rettale: i sintomi
Il prolasso rettale è un disturbo particolarmente fastidioso perché può comportare o la discesa del retto verso la pelvi, formando un rettocele e/o un prolasso rettale interno, o la fuoriuscita di una porzione di retto dall’ano, in particolare al momento dell’evacuazione.
Altri sintomi del prolasso rettale sono:
- presenza di tumefazione a livello della parete posteriore della vagina (rettocele)
- presenza di estroflessione del retto post-defecatoria attraverso l’ano
- incontinenza fecale
- difficoltà nell’evacuazione
- sensazione di evacuazione incompleta
- fuoriuscita di sangue o muco dal retto
- dolore e sensazione di peso a livello anale o delle pelvi.
Perché si verifica il prolasso rettale: le cause
Più che da vere e proprie cause il prolasso rettale viene predisposto da una serie di fattori e problematiche, come:
- Età avanzata
- Stitichezza, che porta a effettuare maggiori sforzi nell’atto della defecazione
- Collagenopatie o disturbi alimentari
- Indebolimento delle strutture del pavimento pelvico, per esempio in seguito a gravidanza e parto
- Disturbi della dinamica defecatoria
- Patologie a carico del sistema nervoso, come neuropatie o miopatie, o traumi come lesioni del midollo spinale.
Prolasso rettale: quando serve l’intervento?
La diagnosi di prolasso rettale viene effettuata dallo specialista di proctologia pavimento pelvico attraverso un’accurata anamnesi, valutazione dei sintomi e esame obiettivo. La diagnosi può avvalersi di alcuni esami, che però non sono diagnostici e non pongono indicazione all’intervento se non direttamente correlabili ai sintomi.
Gli esami diagnostici possono essere:
- esame anorettale: esplorazione rettale del retto ed eventualmente della vagina
- defecografia: un esame radiologico che consente di studiare la dinamica della defecazione e identificare eventuali alterazioni che ne compromettono il fisiologico funzionamento
- defeco-RMN: la risonanza magnetica permette di osservare sia le condizioni sia la funzionalità del retto e del pavimento pelvico, fornendo informazioni anatomiche e funzionali
- manometria anorettale: per lo studio delle pressioni e dei volumi del canale anale e del retto
- ecografia transanale a 360°:per lo studio dell’anatomia del canale anale e della pelvi.
Una volta valutato il prolasso e altri fattori come l’età e l’eventuale compresenza di altre patologie, lo specialista indica il trattamento più adeguato. Se l’entità del disturbo è limitata, il prolasso può essere contenuto associando delle modifiche all’alimentazione, che deve prevedere un adeguato apporto di fibre, a un aumento dell’idratazione e all’assunzione di integratori per migliorare la consistenza e il transito delle feci. Nel caso in cui ci sia un fallimento della terapia medica e/o riabilitativa o in casi in cui il difetto anatomico sia più importante e la sintomatologia severa, può essere necessario effettuare un intervento chirurgico.
Gli interventi possono essere eseguiti:
per via transanale/transvaginale
- mucosectomia e plicatura circonferenziale della muscolare (Delorme)
- resezione rettale transanale con suturatrice meccanica (STARR)
- colpoperineoplastica transvaginale
per via addominale laparoscopica o robotica
- rettopessia ventrale con protesi (ventral mesh rectopexy)
- retto-colpo-sacropessi protesica
- sospensione laterale degli organi pelvici (Dubuisson).
A seconda della presentazione clinica e anatomica le procedure possono essere associate.
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