Il tumore alla prostata è la neoplasia solida più frequente nella popolazione maschile. Particolarmente frequente in Europa, Stati Uniti d’America, Canada e Australia, ha invece incidenza più bassa in alcune aree del mondo come il Nord Africa e l’Asia. In Italia, i dati della Società di Oncologia Italiana, indicano 38.000 nuove diagnosi di tumore prostatico nel 2022: si parla quindi di numeri piuttosto rilevanti.
L’incidenza del tumore alla prostata è in aumento, ma la ricerca e le prospettive terapeutiche ci indicano risultati positivi.
Ne parliamo con il dottor Massimo Lazzeri, urologo presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
Tumore alla prostata: prevenzione e incidenza
Purtroppo non ci sono comportamenti di carattere individuale o ambientale che si possono mettere in atto per prevenire il tumore alla prostata, come invece accade per altri tipi di tumore, per esempio la neoplasia polmonare. Quando si parla di questo tumore, quindi, è fondamentale la diagnosi precoce. Da questo punto di vista, la Commissione Europea, alla fine del 2022, ha rilasciato una raccomandazione per tutti i paesi membri della Comunità Europea, affinché lo screening alla prostata affiancasse altri screening già in atto, come quello del tumore alla mammella, del colon-retto e della cervice uterina.
A fronte di un aumento dei casi diagnosticati, non si è visto un aumento parallelo della mortalità. Questo dato è molto importante perché indica che l’aggressività della malattia varia da caso a caso, ma soprattutto che le terapie disponibili sono sempre più efficaci.
Diagnosi e trattamento del tumore alla prostata
Il tumore della prostata viene diagnosticato dallo specialista urologo che raccoglie le informazioni sui sintomi riportati dal paziente e indica gli esami diagnostici da eseguire, come l’esame del PSA, un esame del sangue fondamentale per la diagnosi precoce del tumore alla prostata, e la risonanza magnetica nucleare (multiparametrica) una tecnica di diagnostica per immagine estremamente precisa. Inoltre, sono anche già disponibili metodi diagnostici a bassa invasività, come l’ecografia ad alta frequenza o estremamente sofisticati come la PET-TAC con PSMA.
Il trattamento del tumore della prostata si sta invece orientando sempre di più all’individualizzazione e alla personalizzazione. I trattamenti in studio sono sempre meno invasivi, come la terapia focale, una alternativa in casi selezionati alla prostatectomia radicale e alla radioterapia, e sempre più mirati alle specificità della malattia, anche grazie all’impiego dell’Intelligenza Artificiale.
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