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Ostruzione nasale e disturbi del sonno: quale legame?

Dormire bene dovrebbe essere un’esperienza comune a tutti, ma molte persone presentano disturbi del sonno che impediscono il corretto riposo notturno. Se sottostimati e non trattati, questi disturbi possono condurre allo sviluppo di condizioni anche severe. Quali sono le conseguenze di un sonno scadente e quali sono i trattamenti a disposizione per risolvere il problema? 

Ne parliamo con il dottor Luca Malvezzi, specialista in Otorinolaringoiatria presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e Responsabile dell’Unità di Otorinolaringoiatria presso Humanitas San Pio X

Disturbi del sonno: quali possono essere le cause? 

Un sonno di qualità garantisce il recupero delle energie fisiche e mentali spese nel corso della giornata ed è dunque un elemento fondamentale per il benessere personale. 

Respirare male dal naso è un problema molto comune1, ma una scadente respirazione non è sempre e solo riconducibile alla deviazione del setto nasale, come spesso si tende a fare semplificando una questione più complessa.

In presenza di una respirazione nasale non ottimale è sempre necessario valutare l’efficienza della valvola nasale, ovvero il contorno delle narici. La valvola nasale svolge un ruolo fondamentale per la corretta respirazione, in particolare in fase di inspirazione. La debolezza o l’eccessiva flessibilità della sua componente laterale o mediale può limitare la respirazione nasale (anche in assenza di setto deviato), o può accentuarla in caso di deviazione del setto e ipertrofia dei turbinati. 

Un altro elemento da non sottovalutare è l’infiammazione a carico delle vie respiratorie, come per esempio in caso di ipertrofia dei turbinati nasali e rinosinusite nasale

I turbinati inferiori, posti nella parete laterale della cavità nasale, sono sollecitati da variazioni di temperatura, umidità e stimoli di natura allergica. Una loro infiammazione locale o irritazione determina ipertrofia: questo aumento di volume limita la respirazione, impedendo il normale passaggio di aria.

La rinosinusite con e senza poliposi nasale è un’infiammazione a carico della mucosa naso-sinusale che può avere diverse cause. Si tratta di una patologia ad alto impatto socio-economico2 anche per le comorbilità a essa associate. La combinazione fra una struttura anatomica complessa (il massiccio facciale) e l’infiammazione della mucosa può determinare congestione nasale e ostruzione respiratoria in un quadro clinico che comprende sintomi quali rinorrea (muco dal naso), iposmia (perdita parziale dell’olfatto), disgeusia (alterata percezione dei sapori), dolore facciale, ovattamento auricolare e possibile febbricola

Quali sono i rischi dei disturbi ostruttivi? 

Il naso svolge due importanti funzioni, filtrando e termo-umidificando l’aria che raggiunge i polmoni. 

Disturbi ostruttivi del naso portano però, durante il sonno, a respirare con la bocca. In questo modo, senza la funzione di filtro del naso che impedisce l’ingresso a svariati agenti esterni, l’aria che arriva ai polmoni ha una maggior presenza di agenti patogeni, con un aumentato rischio di sviluppare infezioni e infiammazioni. Inoltre, l’aria immessa nell’organismo è più fredda, perché viene meno il ruolo di termoregolazione del naso. 

Chi respira con la bocca presenta poi anche un maggior rischio di russamenti, perché viene meno il controllo sulla muscolatura della faringe. Aumenta la produzione di muco e la sudorazione in relazione ad una maggiore dispersione di CO2 e, conseguentemente, maggiore dispersione di sali minerali preziosi come magnesio e calcio, che può manifestarsi con stanchezza mentale e fisica durante il giorno3

Un tema importante quando si parla di ostruzione nasale e disturbi del sonno è quello delle apnee ostruttive, che si manifestano come conseguenze acute del russamento. L’apnea notturna determina un collasso delle pareti della gola che ostruisce il flusso d’aria e chi ne soffre sembra che trattenga il respiro. Questo fenomeno attiva un meccanismo di protezione del cervello, che tende ad aumentare l’ossigenazione e accelerare il respiro, causando l’interruzione del sonno. Sebbene le apnee notturne non ostacolino del tutto il passaggio dell’aria, è necessario non sottovalutarle per evitare gravi complicazioni.

Si stima l’apnea coinvolga in Italia 15 milioni di persone, con un impatto socio sanitario rilevante, ma che una minima percentuale arrivi a una diagnosi. Pertanto, è importante sensibilizzare sul tema e non sottovalutare – soprattutto in presenza di russamento – sintomi quali eccessiva stanchezza durante il giorno, calo dell’attenzione e della concentrazione, problemi di memoria, ingiustificata sonnolenza diurna. 

Cosa fare in presenza di disturbi del sonno? 

Chi presenta un sonno disturbato può mettere in atto alcune strategie per aiutare il riposo notturno. Particolare importanza ha l’alimentazione, che a cena deve essere più leggera con un apporto calorico inferiore rispetto a quello necessario durante il giorno. Anche praticare attività fisica in maniera regolare, ma non prima di andare a dormire, può essere utile, così come contenere l’assunzione di alcolici ed evitare il fumo di sigaretta. 

Oltre all’attenzione allo stile di vita, non bisogna sottovalutare i sintomi né l’ostruzione nasale, sebbene molte persone tendano a ignorarla perché si sono abituate a respirare in modo scadente e per loro è la normalità. 

Per misurare e quantificare l’ostruzione respiratoria nasale si ricorre alla rinomanometria: un esame semplice e non invasivo, indispensabile per misurare il grado di resistenza al flusso di aria in inspirazione ed espirazione nelle fosse nasali. La polisonnografia è invece l’esame che verifica la qualità del sonno, individuando eventuali apnee notturne e classificandole in lievi, moderate e gravi. Un’altra opzione è rappresentata dalla Drug Induced Sleep Endoscopy (DISE), un esame che valuta un possibile collasso delle vie aeree superiori responsabile delle apnee. Il paziente viene addormentato in sala operatoria, in condizioni simili a quelle notturne, e viene sottoposto a una valutazione endoscopica della respirazione. 

Una corretta diagnosi deve sempre precedere la proposta terapeutica e si rivela centrale – nella presa in carico del paziente – un approccio personalizzato, che predica l’effetto delle cure, prevenga le possibili complicanze e renda partecipe il paziente (Medicina di Precisione o Medicina 4P). 

Quando serve la chirurgia?

In alcuni casi, come in presenza di ostruzione respiratoria nasale, provocata per esempio da ipertrofia dei turbinati inferiori, deviazione del setto nasale e/o valvola nasale inefficace, è possibile dover ricorrere alla chirurgia. Si tratta di un intervento in anestesia generale, eseguito in giornata (day surgery) e con una ripresa veloce, senza l’utilizzo di tamponi nasali post-chirurgia. 

In presenza di apnee notturne, invece, può essere opportuno intervenire in fretta e porre il paziente in condizioni di sicurezza. In questo senso il trattamento può comportare l’utilizzo di C-PAP, un apparecchio respiratorio che tramite una mascherina eroga un flusso d’aria verso il palato, per evitare il collasso delle strutture molli di faringe, laringe e palato che causano l’apnea.

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