Prende ufficialmente il via il progetto MDR-RA (Multi-Drug Resistance in Rheumatoid Arthritis), un’iniziativa di ricerca internazionale con un budget complessivo di 8,4 milioni di euro, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon Europe e dal Segretariato Svizzero per l’Educazione, la Ricerca e l’Innovazione. Coordinato da Humanitas University, il progetto coinvolge 23 partner provenienti da 12 Paesi europei, tra cui istituzioni accademiche di prestigio, aziende leader, organizzazioni sanitarie e associazioni di pazienti.
Il progetto MDR-RA mira a identificare i meccanismi molecolari alla base della resistenza ai farmaci nell’artrite reumatoide, integrandoli con i dati clinici dei pazienti. L’obiettivo è sviluppare modelli predittivi personalizzati e ottimizzare il trattamento dei pazienti, riducendo al contempo l’impatto socio-economico della malattia.
“Questo progetto rappresenta un fondamentale passo avanti nella comprensione delle basi molecolari della resistenza multi-farmaco nell’artrite reumatoide. Attraverso un approccio di medicina di precisione, puntiamo a trasformare la cura dei pazienti con terapie più mirate ed efficaci” ha dichiarato il professor Costantino Pitzalis, coordinatore del progetto, professore ordinario di reumatologia presso Humanitas University, dove dirige anche la nuova scuola di specializzazione in Reumatologia, e presso la Queen Mary University di Londra, dove svolge la sua attività clinica e scientifica.
Un approccio innovativo alla gestione di una malattia complessa
L’artrite reumatoide è la più comune malattia infiammatoria cronica delle articolazioni, colpendo circa l’1% nella popolazione adulta, con circa 3 milioni di persone affette solo nell’Unione Europea. Questa patologia, che impatta in maniera significativa sulla vita di chi ne è affetto, potenzialmente invalidante e responsabile di significativi costi economici e sociali, stimati in €55 miliardi annui in Europa, rappresenta una sfida clinica particolarmente complessa quando i pazienti sviluppano resistenza alle terapie esistenti – principalmente immunomodulanti – oggi a disposizione.
Il progetto MDR-RA ha come missione dare nuove risposte a questi pazienti – risposte personalizzate e più efficaci – attraverso l’integrazione di dati clinici e molecolari, in particolare attraverso lo studio della membrana sinoviale, tessuto target della malattia. La biopsia sinoviale, una procedura mini-invasiva ancora poco utilizzata nell’attività clinica ordinaria, permette di analizzare i tessuti articolari con tecnologie estremamente avanzate per rilevare biomarcatori molecolari significativi, di tipo infiammatorio ma non solo, che possono orientare la scelta delle terapie.
Questi dati, combinati con le informazioni cliniche dei pazienti, verranno elaborati tramite intelligenza artificiale per creare un algoritmo predittivo onnicomprensivo, denominato iCare-RA. Questo strumento sarà centrale per personalizzare i trattamenti e migliorare i risultati clinici.
Il ruolo chiave di IRCCS Istituto Clinico Humanitas negli studi clinici e traslazionali del progetto
“Un obiettivo fondamentale del progetto sarà la creazione e validazione dell’algoritmo predittivo iCare-RA in contesti clinici reali”, spiega Elisa Gremese, professore associato di Reumatologia in Humanitas University e Principal Investigator dei trial clinici del progetto MDR-RA. “I dati raccolti da coorti già esistenti e di nuovi pazienti con MDR-RA contribuiranno a costruire l’algoritmo. Successivamente, la sua efficacia sarà testata in uno studio prospettico per valutare se è in grado di predire la migliore terapia per ogni paziente, confrontandolo con le scelte dei clinici secondo la pratica standard.”
In entrambi questi studi clinici e nell’analisi molecolare delle biopsie sinoviali, IRCCS Istituto Clinico Humanitas e Humanitas University svolgeranno un ruolo fondamentale. “L’obiettivo ultimo del progetto è andare oltre l’artrite reumatoide, fornendo un modello replicabile per altre condizioni croniche complesse, anche non reumatologiche, promuovendo la medicina di precisione e migliorando l’efficacia dei sistemi sanitari europei”, aggiunge Gremese.
Il professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia e Immunologia Clinica di IRCCS Istituto Clinico Humanitas e professore ordinario di Medicina Interna di Humanitas University sottolinea l’importanza dell’iniziativa: “Siamo entusiasti del progetto, che permetterà ai nostri pazienti con artrite reumatoide resistente di accedere a percorsi di cura innovativi e che aiuterà tutta la comunità internazionale ad avere risposte più mirate ed efficaci.” “In ultima analisi, questo progetto ci avvicina un passo di più al futuro di precisione della reumatologia,” conclude Pitzalis, delineando una visione promettente per la cura delle malattie croniche complesse.
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